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Domenica 19 Maggio 2024

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Umbria: Federalberghi, no a tassa soggiorno. provvedimento iniquo

Perugia (PG) - Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi dell'Umbria, ribadisce il netto 'no' della categoria all'ipotesi di introduzione della tassa di soggiorno nei Comuni umbri e minaccia lo stato di agitazione delle imprese ricettive.

"Nonostante le assicurazioni in senso contrario della presidente della Giunta regionale dell'Umbria, Catiuscia Marini, dell'assessore regionale al turismo Fabrizio Bracco e dello stesso sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, incontrato lo scorso 26 aprile in qualita' di responsabile umbro dell'Anci - ha evidenziato in una nota - si torna a parlare con sempre maggiore insistenza dell'applicazione della tassa di soggiorno, come risorsa strategica per ripianare i conti dei Comuni. Boccali, in particolare, aveva promesso che, prima di qualunque decisione in merito, ci sarebbe stato un incontro con le categorie maggiormente interessate. Questo non e' ancora avvenuto".

Per Mencaroni "e' insensato paragonare l'attrattivita' delle citta' umbre, anche di Perugia capoluogo, con poli turistici come Roma, Firenze o Venezia, dove l'introduzione della tassa di soggiorno non avra' presumibilmente conseguenze rilevanti sul movimento turistico e dove l'incidenza percentuale della tassa sul costo delle camere e' certamente minore. Le nostre citta' invece, se decidessero l'applicazione di questo balzello, risulteranno realisticamente assai meno competitive rispetto ad analoghe realta' che abbiano fatto scelte diverse. Con l'ulteriore rischio, se alcuni Comuni dovessero adottare questa misura, di proporre ai turisti un'Umbria a macchia di leopardo sul fronte dei prezzi, con strutture magari vicinissime costrette a subire la concorrenza di chi non e' tenuto ad applicare la tassa di soggiorno solo perche' attivo in un altro Comune".

"Sarebbe un provvedimento iniquo - ha aggiunto Mencaroni - gli albergatori non hanno nessuna intenzione di svolgere il ruolo di sostituti d'imposta, per di piu' gratis e con il rischio di dover provvedere di tasca propria alla tassa nel caso il turista si rifiuti di pagarla, come e' gia' successo in qualche caso a Venezia. Prima di imporre qualunque nuova tassa occorre intervenire per razionalizzazione i costi nelle pubbliche amministrazioni, sia a livello centrale che periferico. I nostri amministratori - ha concluso - devono avere il coraggio di investire nel settore turistico, considerato solo a parole una risorsa strategica, piuttosto che "spremerlo', secondo la logica perversa per cui se una cosa funziona, la opprimiamo di tasse e vincoli, invece di dispiegarne appieno le potenzialita"'.

pg/dab/alf

[Fonte: Umbria OnLine]

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