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Domenica 19 Maggio 2024

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Umbria: Confcommercio, da Focus consumi dati preoccupanti

Perugia (PG) - Preoccupazione per la crisi, per le conseguenze sul bilancio familiare, sul livello dei consumi, nello stile di vita dove taglia il "superfluo" e sulla capacita' di risparmio; per l'aumento delle tasse locali e il taglio dei servizi. Soprattutto la bocciatura e' per la politica, considerata inadeguata a fronteggiare l'emergenza e causa principale della situazione attuale. Questo il quadro che emerge dal Focus sul rapporto tra consumi e crisi economica realizzato dalla Confcommercio della provincia di Perugia in occasione del 3* Forum Economia e Societa', in programma il 14 ottobre a Perugia, tradizionale appuntamento annuale, dedicato in questa edizione al tema: "Piccole imprese, grande risorsa, per un diverso modello di sviluppo". Su tutto domina il giudizio pesante rispetto alla politica, nazionale e regionale, senza differenza di schieramenti, il 93% del campione casuale di 300 cittadini intervistati ritiene che la politica stia fronteggiando l'emergenza economica con azioni insufficienti, addirittura per il 51% insufficienti. La politica non e' solo considerata inadeguata ad apportare correttivi e a pilotare la nave fuori dalla tempesta, ma viene anche additata dall'80% del campione come principale responsabile del sommovimento economico, seguita dal sistema della finanza (41%), mentre il 39% boccia in toto il modello di sviluppo occidentale troppo consumistico (la domanda era a risposta multipla, ndr). Piu' articolata la situazione quando si vede l'effetto sui consumi, un 25% e' molto preoccupato e dichiara di aver subito un impatto forte sulla propria capacita' di acquisto, mentre il 62% dichiara una influenza lieve. Un 11%, pur essendo in apprensione, continua con il consueto stile di vita, e solo l'1% non si cura per nulla di quello che sta accadendo. Gli umbri, che hanno stretto la cinghia, hanno tagliato il cosiddetto "superfluo", le vacanze, alberghi e pasti fuori casa (68%) seguiti dai beni ed i servizi ricreativi (48%) e dall'abbigliamento e calzature (47%). Si risparmia meno sulla cura della persona (19%), su alimenti e bevande e beni e servizi per la casa (13% ciascuno), sulla mobilita' e sulle comunicazioni (6% entrambi), mentre fanalino di coda con un 2% e' il risparmio sui tabacchi, segno che il "vizio del fumo" ha ragione anche della crisi. (la domanda era a risposta multipla, ndr). L'indagine e' stata effettuata su un campione di 300 intervistati: 62% donne e 38% uomini, al 90% umbri, per il 10% domiciliati in Umbria ma residenti in altra regione; per il 66% lavoratori dipendenti, il 13% lavoratori autonomi, il 6% studenti, il 7% disoccupati, il 6% pensionati, il 3% casalinghe; titolo di studio prevalente diploma di secondo grado, con il 56%, e laurea; fasce di eta' comprese tra i 18 e i 70 anni. pg

[Fonte: Umbria OnLine]

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