La formazione del sestetto d’archi (due violini, due viole, due violoncelli; ovvero tre coppie di strumenti uguali, ma anche un doppio trio di strumenti diversi) fu nella tormentata carriera di Brahms un ottimo viatico nell’affrontare un catalogo cameristico (e sinfonico) su cui pesavano gli exempla dei grandi del passato, in primis del venerato Beethoven. Nei due Sestetti, composti tra il 1859 e il 1865, Brahms trova la sua prima, autonoma, occasione cameristica, inaugurando il suo percorso di rilettura della tradizione classica.
PROGRAMMA
J. Brahms (1833 -1897)
Sestetto op 18 n.1
Allegro ma non troppo,
Andante, ma moderato,
Scherzo: Allegro molto- Trio Animato
Rondo: Poco Allegretto e grazioso
J. Brahms
Sestetto op 36 n.2
Allegro non troppo
Scherzo – Allegro non troppo – Presto giocoso
Poco adagio
Poco allegro
SESTETTO STRADIVARI dell’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
David Romano, Marlène Prodigo – violini
Raffaele Mallozzi, David Bursack – viole
Diego Romano, Sara Gentile – violoncelli
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