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Sabato 15 Giugno 2024

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Il Becco del Grifone – n. 8

Perugia (PG) - Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

I luoghi di Maria

Al termine del mese di maggio, uno sguardo ai santuari dedicati alla Madonna nel territorio diocesano, che saranno meta nel prossimo anno giubilare.

 

La cattedrale di San Lorenzo

Il primo santuario diocesano che menzioniamo, anche se non propriamente tale, è certamente la cattedrale di San Lorenzo ove si conserva, dipinta su una colonna e tuttora veneratissima, la splendida immagine della Vergine orante, attribuita al pittore Giannicola di Paolo, del primo decennio del XVI secolo. La Vergine appare serena e piena di stupore ancora sorpresa delle “cose grandi” che Dio sta facendo nella sua vita. È invocata come la Madonna delle Grazie proprio perché madre della Divina Grazia che è Gesù e viene festeggiata con particolare solennità il 12 settembre di ogni anno. L’icona della Madonna delle Grazie non manca in nessuna casa della diocesi.

All’interno della cattedrale di Perugia poi, si conserva anche la singolare reliquia del Sant’Anello che porta con sé il riferimento alle coppie di sposi e ai fidanzati che si preparano ad essere con loro amore uno e indissolubile, segno sacramentale dell’amore di Dio e dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. Come è noto, l’anello giunse a Chiusi per vie del tutto prive di documenti scritti e ritenute quasi leggendarie. Venne custodito dal secolo X fino al 1350 nella chiesa di Santa Mustiola, una santa dell’area Toscana il cui culto si diffuse anche nel nord dell’Umbria soprattutto nella zona del lago Trasimeno. Poi nella cattedrale di San Secondiano fino al 1420, quando il vescovo di Chiusi per far cessare i continui litigi tra i canonici di Santa Mustiola e quelli di San Secondiano, per il possesso di questo cimelio, lo assegnò alla chiesa di San Francesco dove erano i frati francescani. Proprio in questa chiesa nel 1473 l’anello fu rubato da frate Winterio di Magonza, quindi consegnato alle autorità civiche di Perugia, le quali per ragioni di sicurezza lo collocarono nella cappella interna del palazzo dei Priori. Nel 1488 l’anello fu trasferito, con solenne processione, in cattedrale e fu collocato in un bellissimo e prezioso reliquiario opera della bottega del Roscetto, nel 1517. Le esposizioni ordinarie del Sant’ Anello avvengono due volte all’anno: il 29 luglio e il 12 settembre.

Santuario della Madonna della misericordia in Ponte della Pietra

Il santuario della Madonna della Misericordia sorge nello stesso luogo ove già la pietà dei fedeli aveva collocato un’edicola raffigurante la Vergine col Bambino in braccio, oggi racchiusa nel tempio, collocata sull’altare maggiore e venerata sotto il titolo di Madre della Misericordia. Un’antica tradizione orale vorrebbe che il quadro fosse stato dipinto da ignoti discepoli della scuola Perugina per assecondare il desiderio di persone pie di affrescare un’edicola sul terreno antistante ad una lastra di pietra che, gettata nel punto più stretto tra le due rive del torrente Genna, era a quell’epoca il rudimentale e unico ponte per chi volesse attraversare quel piccolo fiume. Un’altra tradizione vuole che nella seconda metà del settecento si stesse costruendo un nuovo ponte. Pare che gli operai bestemmiassero. Rimproverati dagli abitanti del luogo continuarono nelle loro ingiurie, anzi, durante il pranzo osarono scagliare i residui dei cibi e le ossa spolpate contro la veneranda immagine, ma con loro grande terrore ossa e avanzi rimanevano attaccati al dipinto e al muretto dell’edicola. Il ponte per giunta crollò, ricostruito crollò di nuovo, e fu allora che quegli individui riconoscendo il loro peccato invocarono pentiti la pietà della Madonna. La devozione a tale immagine, all’inizio molto fervorosa e diffusa, andò diminuendo fino a verso il 1850 quando si narra che avvennero nuovi fatti miracolosi. L’arcivescovo di Perugia, Gioacchino Pecci, accolse il desiderio dei fedeli di costruire un santuario. Dal 1851 si cominciò a celebrarvi regolarmente la Santa Messa. In quegli stessi anni, veniva eretta, afferente al santuario, la parrocchia ancora esistente.

Santuario della Madonna del Bagno in Casalina

Nel 1643 il frate Pietro Bruni, francescano, vide in terra un frammento di ceramica che recava dipinta in un piccolo fondo di tazza da bere una immagine della Madonna col bambino. Perché non avesse ad essere calpestata dai viandanti, la sistemò tra i rami di una giovane quercia. Nell’anno 1653 Cristoforo di Filippo, merciaio di Casalina, trovando la minuscola immagine caduta a terra, la raccolse e affinché non avesse più a cadere la fissò tra i rami della quercia. Nel marzo 1657 lo stesso Cristoforo chiese alla Madonna della tazza da lui stesso fissata alla quercia, la guarigione della moglie gravemente ammalata. La sera tornando a casa la trovò perfettamente guarita. Il 16 luglio seguente, Cristoforo e la moglie, si recarono alla quercia per rendere grazie alla Madonna che li aveva beneficati, appendendo all’albero il primo Ex Voto. Iniziò così un grande afflusso di fedeli a rendere omaggio a quella sacra immagine. Nel 1657 venne costruita la prima chiesa e venne riconosciuta l’autenticità delle grazie attribuite alla Madonna del Bagno. Trent’anni dopo viene costruita una nuova chiesa molto più ampia della precedente. Caratteristici sono gli Ex Voto, prima dipinti su tela e poi riprodotti su formelle di ceramica e appesi alle pareti della chiesa. Una lunga cronaca di sofferenza e di speranza cristiana è raffigurata in quelle formelle, ingenue e devote. Il nome Madonna del Bagno è dovuto ad una sorgente d’acqua che: “dilatavasi anticamente a fare una gora; in guisa di bagno “. Tale sorgente biancastra, forse di acqua sulfurea, è ben visibile in un dipinto seicentesco. Il santuario è tuttora molto frequentato dalla gente del luogo ed è sede di una comunità afferente alla Caritas diocesana.

Santuario della Madonna dell’Uliveto a Passignano sul Trasimeno

La chiesa della Madonna dell’Uliveto sorge poco fuori dal centro di Passignano. Narrano le cronache che una giovane pastorella, conosciuta come storpia ad una gamba, si recava spesso a pregare la vergine perché la guarisse. Un giorno la Madonna parlò alla pastorella perché andasse dal magistrato di Passignano per convincerlo a costruire una chiesa in quel luogo. Le autorità però non la credettero. Ben tre volte la Madonna inviò la giovane con lo stesso messaggio. Nel terzo incontro, la fanciulla, per ordine di Maria invitò il magistrato a osservarla bene nella sua infermità. La ragazza era risanata, e le autorità e il popolo di Passignano si recarono all’edicola per ringraziare la Madonna di questa e di tante altre grazie che andava facendo. Venne così costruita la chiesa in onore della Madonna dell’Uliveto. Si narra anche che una gentildonna della casata dei Della Corgna, per sfuggire all’assedio del suo castello di Castiglione del lago, sia fuggita notte tempo per una porta segreta col figlioletto in braccio, facendo con una barca la difficile traversata del lago e affidandosi alla protezione della Madonna. All’approdo entro un uliveto, trovò un’immagine della Madonna che fu per lei come un segno tangibile della particolare protezione avuta. Si adoperò quindi a far costruire la grande chiesa sulla riva del lago, contribuendo con cospicue somme. Molto diffusa è la devozione tra gli abitanti di Passignano e dei dintorni a questo santuario. Si celebrano con particolari solennità l’ottava di Pasqua e la festa dell’assunzione di Maria, così come il mese di maggio.

Il santuario della Madonna di Fatima in Città della Pieve

Abbiamo già parlato della vicenda legata alla fondazione del santuario così caro agli abitanti di Città della Pieve. Possiamo aggiungere che esso sorge in una chiesa che i francescani acquisirono dai monaci benedettini e terminata alla fine del 200. Questa chiesa fu distrutta nel 1776 e ne rimase in piedi solo la facciata che è quella attuale. Venne poi ricostruita in stile barocco. A fianco della chiesa si trova l’antico oratorio del secolo XIII. I frati francescani abbandonarono il convento e la chiesa poco dopo il 1860, in seguito alle soppressioni decretate dal governo italiano dopo l’unificazione. Ristrutturata la chiesa e collocata sopra l’altare maggiore l’immagine della Madonna di Fatima, il santuario (uno dei primi in Itali con nome della Madonna di Fatima), venne consacrato dal vescovo di Città della Pieve Giuseppe Angelucci nel 1946.

Santuario di Maria Santissima dei Miracoli in Castel Rigone

Il santuario di Castel Rigone sorse quando Papa Alessandro VI, accogliendo la supplica degli abitanti del luogo, autorizzò la costruzione del sacro edificio con una bolla del 1494. Non lontano dal tempio esiste ancora il pozzo pubblico scavato per usi domestici nel ‘300, poco fuori dalle mura del borgo. Presso tale pozzo nel 1490 si recava la giovane domestica del parroco Don Mariotto, per attingervi acqua. Narrano le cronache che Marietta, questo il nome della giovane, abbia visto uscire da un folto Roveto, all’incrocio di due strade una bella signora, la quale avvicinatasi, le avrebbe chiesto di riferire al paese il suo desiderio di vedere innalzata in quel luogo una chiesa. L’apparizione si ripete più volte, finché la Signora, per convincere gli increduli, mandò a casa la fanciulla con la brocca rovesciata ma prodigiosamente piena d’acqua. Allora la gente, gridando al miracolo, corse, sempre secondo la tradizione, a tagliare gli spini del Roveto riportando alla luce un tratto di muro con la bella immagine della Vergine che allatta il Figlio. La costruzione del santuario risale, al 1494. Il popolo venera Maria Santissima con il titolo di Madonna dei Miracoli. Continuano ancora oggi a venire folti gruppi di pellegrini da varie regioni d’Italia. Non si conosce l’autore dell’affresco databile tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, in parte ridipinto. Si celebra con particolare solennità la festa dell’assunzione di Maria il 15 agosto e della sua Natività l’8 settembre.

Santuario della Madonna della Carraia in Panicarola

Sul luogo dove ora sorge il santuario esisteva verso la fine del XVI secolo un’immagine della Madonna in un’edicola. Del miracolo che avrebbe dato origine al santuario non c’è testimonianza scritta. La tradizione, molto radicata tra la gente, racconta che alcuni contadini giocavano a bocce nei pressi dell’edicola. Uno di loro incapace o sfortunato al gioco, si inquietò e, imprecando verso la sacra immagine minacciò: “se mi va male un altro tiro il prossimo è per te! “. Andò male, furioso, il giocatore mise in atto la minaccia, scagliando la boccia contro la sacra immagine. Il colpo la raggiunse al volto esattamente al ciglio dell’occhio destro. Una crosta del dipinto cadde a terra e dalla ferita sgorgarono lacrime copiose. Lo sfregio si osserva ancora oggi sull’immagine, che adesso è posta sull’altare maggiore. Il santuario è a croce greca in mattoni. Dal 1663 si iniziò a celebrarvi regolarmente la Santa messa. Solo nel 1856 fu costruita la cupola su disegno dell’ingegnere Giovanni Caproni. La festa della Madonna della carraia si celebra con solennità, anche folkloristica, l’ultima domenica di agosto.

Santuario della Madonna delle Grondici in Panicale

Il nome Grondici deriva da “suggrunda”, ovvero la parte del tetto che sporge dal muro esterno di un edificio. Con il termine “suggrundarium” i romani indicavano il sepolcro dei bambini morti prima di aver compiuto 40 giorni di vita. La mortalità infantile, nel passato era altissima. E non si ammetteva che i morti senza Battesimo venissero sepolti in terreno consacrato. Questi neonati, dunque, venivano sepolti nelle vicinanze di un luogo sacro, ad esempio sotto la gronda di una chiesa o un luogo di recinzione di un camposanto, disponendo il cadavere con la testa verso il cimitero, ovvero in terra consacrata. Il nome Grondici è direttamente legato al ruolo a lungo svolto da questo luogo. Gregorio Gregori, detto Teutonico, è l’autore della pittura che si vede nel santuario della Madonna delle Grondici, commissionata dall’eremita fra Matteo, come sta scritto nella stessa pittura, nell’anno, nell’anno 1495 il giorno 31 gennaio. Dal 1495 fino alla seconda metà dell’Ottocento, il santuario delle Grondici, ebbe sempre un pio e disinteressato custode che il popolo chiamava eremita. Subito dopo l’unificazione del 1860 il santuario divenne proprietà del Comune di Panicale, e solo nel 1924 l’arcidiocesi di Perugia ne fu di nuovo proprietaria. Dal 1950 al 1955 fu costruita la parte nuova del santuario. Sono tanti i devoti di Maria Santissima che salgono al santuario del Grondici, oggi dedicato alla vita nascente, soprattutto nei giorni festivi. Si celebra con particolare solennità e fede il mese di maggio. Tanta gente poi raggiunge il santuario nella festa dell’assunzione, il 15 agosto. L’arcivescovo Cesare Pagani, con decreto del 1° maggio 1987 ha retto la chiesa rurale di Santa Maria delle Grondici a santuario Mariano diocesano.

Santuario della Madonna di Lourdes a Monte Melino

Don Giuseppe Vincenti fu parroco di Monte Melino dal 1850 al 1892. Nel 1865 incoraggiato dal popolo e con l’appoggio morale e materiale del conte Francesco Conestabile della Staffa e del figlio di questi Giancarlo, prese la decisione di costruire la nuova chiesa parrocchiale, da dedicare alla vergine Immacolata di Lourdes. Nel 1883 , soffrendo di crisi epilettiche, proprio a Lourdes si recò per chiedere alla Vergine la protezione per sé, e alla provvidenza l’aiuto a completare la chiesa. A Lourdes don Giuseppe ricevette la grazia della guarigione, in segno di riconoscenza, riportò una statua della vergine che servisse di sprone al suo popolo nella devozione all’Immacolata. Davanti alla nuova statua portata dalla Francia, il culto della Vergine crebbe meravigliosamente, sia Monte merino che nelle parrocchie vicine, e dal 1885 la festa della Madonna di Lourdes fu annualmente celebrata con grande entusiasmo. La nuova chiesa fu consacrata dal vescovo Dario Mattei Gentili nel 1896. L’11 febbraio di ogni anno e la domenica seguente si ricorda l’apparizione della vergine di Lourdes. Dal 15 agosto alla terza domenica di settembre, si celebra un intenso mese Mariano. Nella seconda domenica di settembre, si svolge la tradizionale giornata del malato e dell’anziano, come a Lourdes. La terza domenica si svolge una solenne processione di chiusura.

Santuario della Madonna delle Grazie in Mongiovino

Si racconta che nei pressi del luogo dove sorge oggi il santuario, proprio sulla strada che conduce al castello di Mongiovino, esisteva un’edicola nella quale era dipinta, pare fin dal secolo XIII, la Madonna col bambino in braccio. L’immagine oggi venerata è databile attorno alla metà del secolo XIV. Questa edicola per la trascuratezza degli abitanti, era sommersa da rovi, spini e vegetazione incolta. Una pastorella di nome Andreana sentì una voce che veniva dal dipinto e che chiedeva di ripulire quel luogo e di porre nuovamente in venerazione l’immagine. La ragazza riferì il messaggio ai Compaesani che si mostrarono scettici o indifferenti. Per ordine di Maria Santissima un giorno Andreana si presentò a costoro reggendo sulla testa una brocca d’acqua con l’apertura rivolta in basso; eppure, l’acqua non si versava! Un velo offerto per voto all’immagine dell’edicola, fatto togliere dal parroco per conservarlo nella chiesa di San Martino, miracolosamente tornò al suo posto. Finalmente gli abitanti si decisero per la ripulitura. Durante il lavoro, gli operai poterono sfamarsi perché avvenne una miracolosa moltiplicazione di alcuni pani, di cui avanzarono cinque sacchi. Iniziò così una serie di prodigi, grazie e guarigioni, che portarono ben presto alla costruzione del santuario. Questi fatti furono riprodotti dal pittore Giovanni Battista Lombardelli ai due lati del coro dell’attuale santuario nel 1587. Si celebrano con particolare solennità il lunedì di Pasqua, la domenica successiva al 23 aprile, festa di San Giorgio, giorno che ricorda la moltiplicazione dei pani per gli operai della fabbrica, il 15 agosto e il 21 ottobre, anniversario dell’incoronazione dell’immagine avvenuta nel 1685.

Santuario della Madonna del Soccorso in Soccorso di Magione

Il nucleo abitato di Soccorso si costituì tra la fine del medioevo e la prima età moderna, pare, proprio attorno ad una cappella nella quale un affresco raffigurava la Madonna da cui il borgo, trae il nome. Si narra che la Madonna in seguito venerata nel santuario apparve ad una bambina e le parlò. Il prete rimase incredulo e per questo perse la vista. la riacquistò solo dopo essersi lavato con l’acqua che gli offrì la fanciulla; acqua trasportata in un secchio rovesciato. Don Giovanni Panucci, nel 1863 con altra versione, racconta: “questa immagine a forma di maestà, come quelle che si vedono per le strade, era chiusa da muri in forma di camera, dove la famiglia Centamori rimetteva fieno olio ed altro. Il primo venerdì di marzo dell’anno 1719 si affacciò la Madonna Santissima ad una piccola ferrata che quivi era e chiamò per nome una certa Cecilia, di cui si ignora il cognome, e che guardava le pecore, dicendole: va alla Villa, e dì al curato Don Sante Billi che venga qui e ripulisca questo luogo, che alle pecore ci penso io. Cecilia andò, e raccontò quanto udito e veduto. Cecilia ritornata alle pecore disse a quella Signora che ancora stava affacciata a quella ferrata: “il signor curato mi ha detto che sono pazza e che non mi crede”. Il curato però riflettendo credeva e non credeva, poi sentendosi infervorato disse ad alcuni: “se io questa mattina non posso alzare l’Ostia consacrata, allora crederò”. Infatti, fu così. Finita la Messa il sacerdote e il popolo andarono a ripulire il luogo indicato da Cecilia. In seguito al fatto narrato pare che avvenissero molti miracoli. con le offerte di tanti devoti durante la prima metà del secolo XVIII fu edificato il santuario della Madonna del Soccorso dove prima c’era la cappella. Sopra l’altare maggiore, all’interno di una nicchia protetta da vetro, si trova l’affresco di autore ignoto e di gusto cinquecentesco, raffigurante la Vergine che in piedi è circondata da angeli e soccorrere sotto sotto il suo manto i fedeli inginocchiati. I colori dell’affresco, pur sbiaditi, consentono ancora di cogliere la delicatezza delle figure. La festa della Madonna del soccorso si celebra l’ultima domenica di settembre contemporaneamente per una settimana si svolge la festa popolare delle noci.

Santuario della Madonna della Villa in Sant’Egidio

È una modesta chiesa lungo la strada che conduce alla frazione di Sant’Egidio, fuori dall’abitato. È tipica chiesa di pellegrinaggio devozionale come dice l’immagine sacra al centro dell’aula con un altare difeso da una sorta di ciborio chiuso da una cancellata, le due finestrelle con grata in facciata per consentire ai viandanti la visione dell’icona e le due porte simmetriche nei lati corti per l’entrata e l’uscita delle comitive di pellegrini. Lo dice anche la collocazione strategica lungo la via di pellegrinaggio che portava sia ad Assisi che a Loreto, ma soprattutto il corredo di circa 50 dipinti votivi tre e quattrocenteschi, dedicati alla vergine e a svariati santi. La chiesa era dipendente dal monastero di Santa Giuliana di Perugia, costruita intorno ad una Maestà col Bambino. Nata una disputa per il suo possesso dovettero intervenire a dirimere la questione ben papi. La chiesa, grazie anche alla sua ubicazione sulla via dei pellegrini fu meta di continui passaggi e subì, nel corso del tempo diversi restauri. Nel 1859 infine la proprietà della piccola chiesa passò alla parrocchia di Sant’Egidio.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Arcidiocesi Perugia-Città della Pieve ed è stato inizialmente pubblicato su diocesi.perugia.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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