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Martedì 07 Maggio 2024

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Umbria/rapine in villa: cc, da elementi inconfutabili arresto colpevoli

Perugia (PG) - "L'obiettivo non e' procedere a semplici arresti, ma raccogliere elementi inconfutabili sulla base dei quali si possa arrivare ad una condanna dei colpevoli, cosi' da restituire, tutto sommato in breve tempo e per quanto possibile, parziale ristoro alle vittime ed ai loro familiari, contribuendo ad accrescere il bisogno di sicurezza della comunita"'. E' quanto in sintesi ha ribadito, tra l'altro, il colonnello Angelo Cuneo, comandante provinciale dei carabinieri di Perugia, commentando l'arresto, all'alba di stamani al confine italo-sloveno di Ghiorgita Iulian, 31enne e Rosu Aurel, 20enne, entrambi romeni, senza un lavoro dichiarato, domiciliati a Vercelli e senza precedenti in Italia. I due sono ritenuti coautori (in concorso con altri, ed un terzo uomo e' infatti ricercato) della rapina in villa avvenuta a Pietramelina culminata con la violenza ai danni della madre della padrona di casa, una successiva avvenuta a Ramazzano, in cui venne ucciso con 5 colpi di pistola il bancario 38enne Luca Rosi ed una tentata rapina risalente al giugno scorso a Bastia Umbra. Ad essere loro contestati (il Gip di Perugia, e' stato detto, ha gia' emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, peraltro notificata all'arrivo dei due a Perugia, ritenendo esaustivi gli elementi raccolti nel corso delle indagini dai tre diversi magistrati che hanno collaborato al caso) i reati di rapina aggravata a mano armata, sequestro di persona, violenza sessuale, porto ed uso abusivo d'armi, omicidio con aggravanti. Quando sono stati fermati, i romeni erano a bordo di un furgone Mercedes rosso, utilizzato per i trasferimenti degli emigranti (in compagnia di altre 7 ignare persone) che stava rientrando in Italia dalla Romania. A carico di Ghiorghita e Rosu, che si aggiungono a Catalin Simonescu, il basista gia' in carcere, una serie di elementi probatori importanti, da intercettazioni telefoniche (particolarmente difficili vista la tendenza dei personaggi di cambiare continuamente utenza) al Dna, rinvenuto a seguito dello stupro ma anche su una scarpa perduta nella tentata rapina di Bastia, all'arma che ha sparato a Rosi che risulta compatibile con quella sottratta al proprietario della villa di Pietramelina, fino alle testimonianze. Subito dopo l'omicidio, infatti, il gruppo di rapinatori fuggi' a bordo di un'auto, poi abbandonata in una zona dove trovarono rifugio in una casa abitata da una romena, sentita dagli inquirenti come persona informata sui fatti e che ha fornito elementi utili per l'identificazione. pg/gc

[Fonte: Umbria OnLine]

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