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Mercoledì 08 Maggio 2024

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Umbria/immigrati: Vescovo Terni, si parla dei problemi tacendo vantaggi

Terni (TR) - Sul tema dell'immigrazione "si sottolineano i problemi in maniera volutamente eccessiva e si tacciono i numerosi vantaggi. Quanti italiani fanno l'esperienza positiva di quasi un milione di badanti e colf, essenziali alla sopravvivenza familiare? Il Censis parla di una famiglia ogni dieci. Eppure non si dice". E' quanto ha sottolineato il vescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, nella relazione pronunciata al convegno "Dall'emergenza all'accoglienza" organizzato dalla Caritas diocesana. "Il discorso pubblico spesso stride con l'esperienza di tanti - ha aggiunto - e' urgente invece aggiornare il discorso pubblico sull'immigrazione. C'e' bisogno di una cultura 'alta' dell'immigrazione. Si deve dire agli italiani che abbiamo bisogno di stranieri. Non sono essi a far finire il nostro mondo, senza gli stranieri il nostro mondo finisce. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo". Per il Vescovo "e' necessario promuovere uno sguardo positivo e costruttivo su questo fenomeno storico che segna la vita del Paese. C'e' bisogno di uno stile che sia all'altezza di una politica di accoglienza che ne vuol fare degli stranieri lavoratori integrati o cittadini. C'e' bisogno di politica e di un approccio globale. L'invasione non si ferma alle frontiere - ha ribadito - dove approdano tutti, anche i rifugiati che hanno diritto all'asilo, ma nei paesi di provenienza con una sapiente politica di cooperazione, che in Italia e' pero' agonizzante". Monsignor Paglia si e' detto convinto che "il rafforzamento della cooperazione, intesa in modo da suscitare una rinnovata iniziativa delle societa' del Sud del mondo, e' un fatto prioritario se si vuole governare l'immigrazione. Dobbiamo imparare la civilta' del convivere - ha ribadito - convivere vuol dire avere una casa che si allarga, non tante casette poste una accanto all'altra. E l'immigrazione ci ricorda che i popoli del mondo globalizzato hanno un destino che ci lega in modo molto piu' intimo che mezzo secolo fa. L'integrazione, comunque, non e' un fatto scontato o naturale. E' una impresa plurima che richiede l'impegno di tutti. Ovviamente a partire da una sapiente politica". pg/mpd

[Fonte: Umbria OnLine]

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