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Lunedì 06 Maggio 2024

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Umbria: Gargaglia (Confcommercio), continua stallo consumi

Perugia (PG) - "I dati dell'Ufficio Studi di Confcommercio confermano nei fatti la situazione difficilissima che vive il comparto del commercio in Umbria, tra le 17 regioni su 20 che rischiano di registrare un livello dei consumi inferiore rispetto a quello del 2000, con pericolosi scivoloni verso le aree meno dinamiche della penisola". E' la constatazione di Vasco Gargaglia, direttore di Confcommercio Perugia, che lancia l'allarme sullo stato del settore richiamando l'attenzione delle forze politiche ad uno sforzo per traghettare l'economia verso condizioni di stabilita'.

"Le stime dimostrano che, dopo la recessione del 2008-2009, l'uscita dalla crisi e' lenta - ha proseguito - se analizziamo i dati della Camera di commercio di Perugia, vediamo che ad una caduta delle vendite del 2,2% nel primo trimestre del 2010 e' corrisposta una flessione, sebbene piu' modesta (-1,3%), nell'analogo periodo di quest'anno. Nel secondo trimestre 2011, il calo delle vendite e' stato dell'1,5%. Attendiamo il dato sul secondo trimestre 2011, ma la sensazione e' che non ci dobbiamo attendere sorprese. Nel 2010, inoltre, il saldo tra imprese commerciali iscritte e cessate tra il primo e secondo semestre, nella provincia di Perugia, era negativo per 64 unita'. Il dato del 2011 e' arrivato a -121".

Nello studio 'Aggiornamento delle analisi e delle previsioni dei consumi delle famiglie nelle regioni italiane' elaborato dall'Ufficio Studi di Confcommercio, si scopre che per l'Umbria si attende per il 2011 una crescita dei consumi inferiore al dato del 2007 e della media del Centro Italia e nazionale.

"Siamo in presenza di indicazioni di difficolta' del settore, rispetto al quale non vediamo interventi correttivi - ha sottolineato Gargaglia - l'aumento dell'Iva a cui il governo sta lavorando non andra' nella direzione di stimolare il mercato interno e la ripresa. Avra' ulteriori ed effetti depressivi sui consumi, poiche' l'incremento dei prezzi che deriverebbe ridurra' i redditi e lo stock di risparmi delle famiglie. Sul fronte locale non registriamo interventi in favore di un comparto che ha prodotto ricchezza e posti di lavoro, in anni difficili e a costo di tirare la cinghia. La sfida che abbiamo posto alla politica - ha aggiunto il direttore - e' indicarci quale sia l'obiettivo che si pone nei confronti del settore del commercio. Come Confcommercio abbiamo chiesto che in Umbria fossero richiesti interventi formativi ad hoc per i neo imprenditori del commercio, anche nei settori in cui oggi non sono obbligatori". pg/dab/bra

[Fonte: Umbria OnLine]

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