Perugia (PG) - Dovra' rispondere di associazione a delinquere finalizzata a commettere, nei confronti dei sostenitori del governo provvisorio di Bengasi e contrari a Muammar Gheddafi, violenza privata, aggravata e continuata; intimidazioni e crimine transnazionale. Si tratta di Nuri Ahusain Shahib Ali, 41 anni, due lauree (in scienze politiche e con dottorato conseguito a Pisa) presidente della Lega studenti libici in Italia da 10 anni, tanti quanti quelli di residenza nel nostro Paese, arrestato dalla Digos di Perugia in collaborazione con gli agenti dell'Ucigos di Roma.
L'uomo, e' stato spiegato in conferenza stampa, e' considerato animatore di un gruppo (anche in virtu' dei contatti tenuti con migliaia di studenti provenienti dalla Libia e fedeli al Rais) la cui linea di azione veniva dettata dal regime di Gheddafi. La Digos del capoluogo ha sventato un piano, da attuare tra il 28 ed il 29 maggio, che prevedeva la cacciata dell'ambasciatore libico a Roma - il quale ha aderito alla causa degli insorti ed al governo provvisorio di Bengasi - per sostituirlo con un nuovo diplomatico gia' individuato da Tripoli e nei cui confronti sono in corso approfondimenti investigativi.
L'arresto di Nuri Ahusain segue quello di altri due personaggi fedeli a Gheddafi (al momento le persone indagate sarebbero una decina e sono in atto perquisizioni ed indagini per risalire alle complicita' in Libia), avvenuto nei giorni scorsi e gia' convalidato dal Gip di Perugia.
Secondo l'accusa, la "presa dell'ambasciata' sarebbe stata possibile grazie ad un gruppo di studenti, tutti esponenti della classe dirigente ed imprenditoriale vicina al Rais (si parla di un budget di 500mila euro a disposizione di ciascuno per poter intraprendere un'attivita' imprenditoriale una volta completati gli studi in Italia) che una volta a Roma, con il supporto di un gruppo di mercenari algerini arruolati a Napoli e con la complicita' di soggetti interni all'ambasciata avrebbero favorito l'attuazione del piano. pg/mpd
