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Venerdì 03 Maggio 2024

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Umbria: Confcommercio, tasse e tariffe cruccio imprenditori

Perugia (PG) - Tasse, tariffe e tributi, oggi piu' che mai, sono il cruccio degli imprenditori, che per quasi il 90% si dicono colpiti dalla crisi, ed un freno alla ripresa economia dell'Umbria. E' uno dei dati emerso dall'indagine effettuata dalla Confcommercio della provincia di Perugia su un campione di 200 imprese del commercio e del turismo, in vista del Terzo Forum Economia e Societa', in programma domani a Perugia sul tema 'Piccole imprese, grande risorsa, per un diverso modello di sviluppo'. Le altre barriere all'esercizio d'impresa, secondo il campione Confcommercio, le difficolta' di accesso al credito (22%), il peso e i costi della burocrazia (20%), il troppo elevato costo del lavoro (15%).

"Se c'e' un sentimento che in questo momento attraversa la societa', con differenze minime tra consumatori e imprenditori, - rileva la Confcommercio - e' il severissimo giudizio nei confronti della classe politica, senza distinzioni di bandiera, nazionale e locale, ritenuta inadeguata ad affondare la crisi. La responsabilita' delle maggiori difficolta' di risalita dalla crisi ricadono quasi interamente sulla classe politica per il 65% degli intervistati, secondo i quali non e' riuscita a porre in essere quelle scelte, seppur impopolari, che avrebbero permesso di trovare strade di uscita verso la crescita. Gli imprenditori lamentano l'assenza di decisioni coraggiose che andrebbero a toccare le rendite improduttive e talune vere e proprie 'caste', in primis la stessa politica".

"Al 65% che giudicano la politica inadeguata - prosegue la Confcommercio - si collega il 24% di imprese che ritiene siano state inefficaci le politiche di rilancio dei consumi. Poco o niente si e' fatto in relazione al mercato del lavoro in termine di politiche di reimpiego e formazione professionale. L'utilizzo degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione anche in deroga, ha fornito essenzialmente una prima risposta alle esigenze di imprese e lavoratori. Non e' stata promossa, inoltre, nessuna politica di redistribuzione o riequilibrio dei redditi. Se si fa eccezione per una parte di imprenditori che addebita le difficolta' della ripresa alle banche (9%), colpevoli di aver stretto troppo i cordoni della borsa, e addirittura ai media (9%) che amplificherebbero gli aspetti negativi della crisi, la maggior parte degli imprenditori umbri del terziario ritiene che i nodi da sciogliere abbiamo un carattere piu' territoriale rispetto alle fonti di speculazioni finanziarie mondiali ed europee (giudicate responsabili della crisi dal 18% degli intervistati)". pg/dab/bra

[Fonte: Umbria OnLine]

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