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Domenica 05 Maggio 2024

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Umbria: Confcommercio, indagine annuale conferma preoccupazioni imprese

Perugia (PG) - Gli imprenditori umbri del commercio (abbigliamento, calzature, alimentari, profumerie, giocattoli, articoli da regalo, ecc.) vivono con particolare preoccupazione il momento storico-economico attuale. E' quanto emerge dai dati analizzati nell'indagine effettuata da Confcommercio regionale su un campione di 130 imprese, condotta tra Natale e Capodanno.

Il 64% degli intervistati ha giudicato negativo l'esito delle vendite relative al Natale 2011; gravemente negativo per il 14%, a fronte di 22% di imprese che, in controtendenza, hanno avuto un andamento positivo delle vendite. Per quanto attiene le aspettative sui saldi (in Umbria inizieranno il 5 gennaio) solo il 27% del campione ha dichiarato di avere aspettative positive. L'atteggiamento negativo e' quello piu' diffuso, il 40% delle imprese pensa che i saldi non riusciranno a sollevare una situazione di stagnazione dei consumi cosi' importante, che si vendera' forte solo la prima settima e poi tutto tornera' all'immobilismo che contraddistingue il commercio da quando siamo entrati prepotentemente in crisi economica. Il 34% degli intervistati dichiara invece che non fara' saldi, sia per la merceologia che tratta (es. alimentari, che sono sempre in promozione), sia perche' i margini sulla merce venduta sono cosi' bassi che vengono fatti sconti tutto l'anno. Al campione e' stato chiesto di fare un confronto con l'anno precedente. Ne e' risultato che per il 47% delle imprese le vendite sono risultate molto inferiori a quelle del 2010 (flessioni oltre il 20%). Il 36% dichiara flessioni piu' moderate (sotto il 20%); per il 12% il livello delle vendite e' stato stabile con volumi equivalenti a quelli del 2010; il 5% ha dichiarato incrementi leggermente superiori - solo l'1% molto superiori - rispetto al 2010. A coloro che avevano dichiarato una flessione importante e molto importante delle vendite nel corso delle Festivita' 2011 (78% complessivo), Confcommercio ha domandato quali fossero le conseguenze immediate di questo andamento rispetto alla gestione della propria impresa. Solo il 22% delle imprese ha risposto che, per ora, questa situazione delle vendite non sta comportando gravi conseguenze gestionali. Molto critica la situazione evidenziata dalla maggioranza del campione. Tra le imprese che hanno infatti dichiarato di doversi gia' misurare con le conseguenze dall'attuale situazione critica delle vendite e dei consumi, il 28% ritiene di non poter piu' assortire adeguatamente la merce del negozio, il 20% pensa addirittura di cessare l'attivita', il 17% fara' ricorso al credito bancario ed il 16% intacchera' il proprio patrimonio personale, mentre il 13% ha dichiarato che non riuscira' ad assolvere regolarmente i pagamenti programmati. pg/mpd

[Fonte: Umbria OnLine]

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