Perugia (PG) - La Caritas Umbria, sin dall'inizio dell'attivita' del Campo-Missione a Raduloc in Kosovo, ha collaborato con le Forze militari di pace italiane della Kfor, il cui comando e' a Pec/Peja, giunte in Kosovo nel giugno 1999 per costruire un ambiente sicuro nel consentire il ritorno dei rifugiati e sfollati. La collaborazione punta all'insediamento e alle attivita' di presenza civile internazionale (ONU) portatrice di pace, oltre ad essere di supporto alle organizzazioni umanitarie non governative (quali la Caritas), che hanno prestato assistenza ai profughi usciti dal Kosovo, una volta cessate le ostilita'. L'ultima risale a due settimane fa, quando i militari del 21* Reggimento di Artiglieria "Trieste" con sede a Foggia, che si trovano in Kosovo a guidare il "MNBG W - Multinational Battle Group West", insieme a ditte italiane, hanno raccolto aiuti umanitari, abbigliamento e viveri, per portarli alla Caritas Umbra a Raduloc di Klina.
Il contingente italiano continuera' "la collaborazione e gli aiuti umanitari", come sottolineato dal col. Vincenzo Cipullo in una nota dell'ufficio stampa del Kfor . L'arcivescovo di Perugia Mons. Bassetti, vice presidente CEI, visitera' per la prima volta il campo missione, che vede l'impegno delle 8 Chiese diocesane dell'Umbria. La Caritas Umbria che rientrera' mercoledi' 8 giugno, e' impegnata a costruire una sua nuova struttura di accoglienza in localita' Leskoc, nella quale sara' trasferita quella di Raduloc, ed a ristrutturare una struttura donatale dalla Chiesa kosovara, in localita' Glavicizza. La delegazione visitera' il monastero ortodosso di Deciane e la Comunita' delle Suore di Madre Teresa di Calcutta in Pec/Peja. pg/mpd
