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Lunedì 13 Maggio 2024

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Umbria: Cia, comparto suinicolo e' in ginocchio

Perugia (PG) - In ginocchio il comparto suinicolo umbro. A denunciarlo la Cia dell'Umbria, facendosi portavoce di quanto rilevato da molti imprenditori in occasione del convegno "Allevatori quale futuro?" promosso dalla CEAM (Cooperativa Ecologica Allevatori Marsciano). In Umbria, si legge in una nota della confederazione, alle difficolta' del contesto nazionale (costi di produzione alle stelle, prezzi alla stalla in calo, crescente aumento di importazioni di carni suine. Nel 2010 sono state importate oltre 900mila tonnellate di carne di maiale per un valore di circa 1 mld di euro con piu' di 60 mln di cosce di maiale fresche; 3 prosciutti su 4 ormai sono esteri: dati diffusi a Reggio Emilia in occasione della 51a Rassegna Suinicola Internazionale), si aggiungono problematiche derivanti da un assetto normativo restrittivo. In particolare la Cia segnala il disagio che vivono da quasi due anni, in seguito alla chiusura dell'impianto consortile di Olmeto, le aziende suinicole del marscianese. "E' ora - sottolinea Domenico Brugnoni, presidente della Cia dell'Umbria - che siano intraprese azioni politiche che, coinvolgendo tutte le istituzioni interessate, risolvano con procedure e tempi certi, come previsto dal Piano di Tutela delle Acque, le criticita' emerse nel progetto di ammodernamento dell'impianto di Olmeto e nelle pratiche necessarie per il ripristino dell'area. E' venuto il momento di valutare con una Conferenza dei servizi preliminare la fattibilita' dei progetti avanzati dalla Commissione istituita dall'amministrazione comunale e di sciogliere definitivamente i dubbi tecnici che ne ostacolano l'approvazione e la sua realizzazione". Una soluzione non piu' rinviabile per la Cia dell'Umbria che da mesi sollecita le istituzioni a dare risposte certe alle decine di imprese che rischiano, in assenza di sicurezze, di soccombere per i tanti adempimenti normativi aggiuntivi e per i ricordati costi produttivi. Si registra invece, purtroppo e da piu' parti, una pericolosa sottovalutazione dell'impatto sull'economia regionale della crisi del comparto che nel dicembre 2010, secondo la rilevazione dell'Istat, contava oltre 262mila capi suini allevati in Umbria con migliaia di addetti tra titolari di azienda, dipendenti, operatori dell' indotto nei settori della mangimistica, della vendita dei mezzi tecnici, dell'assistenza tecnica, dei trasporti, dei servizi bancari ed assicurativi. Sempre secondo il presidente Brugnoni gli allevatori, in un momento di difficolta' di mercato, hanno la necessita' di recuperare competitivita' ed esprimere le loro capacita' imprenditoriali programmando investimenti per accrescere il valore della filiera suinicola nell' ottica di uno sviluppo sostenibile sia sul versante ambientale che su quello economico. pg/map/lv

[Fonte: Umbria OnLine]

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