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Domenica 05 Maggio 2024

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Umbria: Brugnoni (Cia), su problemi vitivinicoli serve programmazione

Perugia (PG) - "Con grande soddisfazione gli imprenditori vitivinicoli umbri hanno salutato l'articolo 'Per il vino ci vuole un progetto', di Ciro Becchetti, pubblicato sull'ultimo numero del periodico della Regione Umbria Agricoltura. Finalmente s'intravede uno spiraglio in fondo al tunnel in cui si e' venuto a trovare il comparto vitivinicolo umbro alle prese con difficolta' di diversa natura, piu' volte segnalate dalla Cia, difficolta' che richiedono una attenta programmazione di settore e di filiera di medio-lungo periodo". Lo sostiene, in una nota, Domenico Brugnoni, presidente della Cia dell'Umbria, a proposito delle problematiche nelle quali si dibatte da tempo il settore.

"Un progetto necessario - aggiunge - per il mondo del vino, in grado di delineare politiche certe per il conseguimento di obiettivi misurabili, dalla produzione alla promozione alla commercializzazione, da raggiungere con il contributo delle istituzioni, delle associazioni, dei consorzi, delle cantine, degli imprenditori, abbandonando sterili e anacronistiche rivendicazioni di campanile. Posizioni, queste ultime - prosegue - tanto piu' dannose quanto piu' limitano la capacita' per gli imprenditori di produrre vino Doc umbro, impedendo agli stessi di promuovere attraverso riconosciuti canali commerciali le produzioni tipiche e il loro territorio di origine, costringendo per di piu' i vitivinicoltori a rinunciare a una integrazione importante del loro reddito". Brugnoni spiega "e' il caso della decisione del Comitato nazionale vini, assunta in seguito a resistenze da parte delle Cantine locali sostenute da Legacoop e da Confcooperative e rappresentate dal Consorzio di tutela, che ha respinto la richiesta di modifica del disciplinare di produzione del vino Doc Trasimeno volta a consentire, a 34 imprenditori che producono tradizionalmente le proprie uve in Umbria, di poter vinificare ed imbottigliare nella loro storica cantina sociale, da sempre la piu' vicina alle aziende, appena 5 km e struttura di riferimento abituale per le aree di confine seppur in territorio toscano". "Quanto accaduto induce - rimarca il Presidente - a riflettere sugli ostacoli da affrontare per raggiungere l'obiettivo indicato da Becchetti. Innanzitutto la necessita' che le cantine si preoccupino di consolidare le strategie commerciali e di riconoscere ai viticoltori un prezzo corrispondente al valore del prodotto. In secondo luogo occorre rinnovare l'attenzione su ruolo, funzione e composizione dei Consorzi di tutela ai quali e' affidata l'azione fondamentale della promozione e, con la nuova normativa, l'attivita' di monitoraggio e controllo dei quantitativi prodotti da commercializzare. Considerando l'unanime volonta', ora espressa anche dalla Regione, di accelerare i tempi per realizzare un progetto unitario di sostegno e valorizzazione del nostro vino - conclude - sarebbe il caso di riflettere sulla opportunita' di istituire un unico Consorzio di tutela per i vini umbri a denominazione di origine per sfuggire a ingerenze locali e soprattutto per superare l'attuale dannosa frammentazione delle iniziative di promozione che, senza una attenta pianificazione, non ottengono i risultati attesi". pg/map/rl

[Fonte: Umbria OnLine]

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