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Lunedì 06 Maggio 2024

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RAPPORTO AGROMAFIE 2017. COLDIRETTI, EURISPES E OSSERVATORIO SU CRIMINALITÀ AGROALIMENTARE: +30% BUSINESS AGROMAFIE, 21,8 MLD

Perugia (PG) - Nella graduatoria delle province italiane rispetto all’estensione e all’intensità del fenomeno agromafia nel 2016, Perugia e Terni si piazzano rispettivamente al novantaduesimo e novantatreesimo posto (su 106). È quanto emerso, tra l’altro, alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, nel quale è stata calcolata l’intensità del fenomeno delle agromafie per provincia sulla base delle risultanze quantitative delle azioni di contrasto specifiche poste in essere dalle diverse Forze dell’ordine per questo particolare aspetto criminale. L’agromafia - secondo il rapporto - risulta essere modesta in Umbria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Molise e in vaste zone di altre regioni, con quest’ultimo dato, che per quanto positivo e confortante, non fornisce indicazioni né sul grado di vulnerabilità dei suddetti territori all’agromafia né sulle ultime dinamiche di un eventuale principio del fenomeno. Anche una delegazione della Coldiretti Umbria ha partecipato a Roma alla presentazione del Rapporto da cui è emerso inoltre come il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno. Tale stima rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto, perché restano inevitabilmente fuori i proventi derivanti da operazioni condotte “estero su estero” dalle organizzazioni criminali, gli investimenti effettuati in diverse parti del mondo, le attività speculative poste in essere attraverso la creazione di fondi di investimento operanti nelle diverse piazze finanziarie, il trasferimento formalmente legale di fondi attraverso i money transfer in collaborazione con fiduciarie anonime e la cosiddetta banca di “tramitazione”, che veicola il denaro verso la sua destinazione finale. Sul fronte della filiera agroalimentare - spiega Coldiretti - le mafie, tra l’altro, condizionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding. Nel 2016 si è registrata un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano dove quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dai limoni alle nocciole, dall’olio al vino) e animali con un ritorno prepotente dell’abigeato. A questi reati contro l’agricoltura, secondo il Rapporto Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, si affiancano racket, usura, danneggiamento, pascolo abusivo. Tra tutti i settori “agromafiosi” - continua Coldiretti - quello della ristorazione è forse il comparto più tradizionale e immediatamente percepito come tipico del fenomeno. Il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5.000 locali, con una più capillare presenza nelle grandi città. Intanto, sono oltre duecentomila i controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel 2016 per combattere le agromafie dal campo allo scaffale e garantire all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. In Italia - ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - le attività criminali nell’agroalimentare si scoprono perché c’è una attività di controllo all’avanguardia a differenza di quanto avviene in altri Paesi dentro e fuori dall’Unione Europea. Allestita per l’occasione anche una “tavola delle cosche” con i prodotti frutto dei business specifici dei diversi clan mafiosi, camorristici e ‘ndranghetisti. Il settore agroalimentare - commenta il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - è diventato sempre più appetibile a fenomeni malavitosi, per questo occorre non abbassare la guardia e continuare a vigilare anche a livello locale, sulla penetrazione criminale al suo interno. Per contribuire a questa battaglia, Coldiretti - ricorda Diego Furia direttore regionale - ha istituito l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Coldiretti Umbria ed è stato inizialmente pubblicato su www.umbria.coldiretti.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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