Perugia (PG) - La frase del consigliere regionale dell'Umbria Andrea Lignani Marchesani (PdL) non appare offensiva della reputazione del Comune di Perugia, rientra nell'ambito della critica politica ed e' stata espressa da un consigliere nell'ambito delle sue funzioni. Queste le motivazioni con le quali il Tribunale di Firenze ha assolto il consigliere regionale Lignani Marchesani dall'accusa di diffamazione, mossa attraverso una denuncia querela presentata nel 2008 dalla Giunta comunale di Perugia.
Il dispositivo della sentenza, reso pubblico recentemente, e' stato illustrato dai consiglieri regionali del Pdl Massimo Monni e Rocco Valentino, alla presenza del consigliere Lignani Marchesani e del consigliere comunale Emanuele Scarponi. Monni e Valentino hanno ricostruito la vicenda, nata nell'aprile del 2008 in seguito alla pubblicazione, sul quotidiano La Nazione, di una dichiarazione di Lignani Marchesani sulla realizzazione del Minimetro' di Perugia. In quella occasione l'esponente del Pdl (allora in Alleanza Nazionale) parlo' di "equilibri politico-affaristici che hanno caratterizzato tutta la vicenda del Minimetro"'. In seguito alla pubblicazione dell'articolo la Giunta comunale del capoluogo di Regione, allora guidata da Renato Locchi (oggi capogruppo del Pd nel consiglio regionale dell'Umbria) decise all'unanimita' dei presenti di presentare una denuncia querela per diffamazione contro Lignani Marchesani, ritenendo ingiuriose le espressioni da lui utilizzate. Dopo il rinvio a giudizio, il consigliere regionale e' stato assolto dal Tribunale di Firenze, con una sentenza del dicembre 2010 di cui ora sono state rese note le motivazioni. La vicenda giudiziaria non sembra del tutto conclusa, visto che i consiglieri Valentino e Scarponi hanno annunciato la presentazione, stamani, di un esposto alla Corte dei conti.
Gli esponenti dell'opposizione vogliono che venga appurato se, utilizzando l'avvocatura del Comune di Perugia per presentare la querela, i componenti della Giunta che votarono la delibera si resero responsabili di uno spreco di denaro pubblico. Nel caso che cio' sia riconosciuto auspicano che quella spesa venga rifusa da chi autorizzo' l'iniziativa legale. pg/mau/ss