Perugia (PG) - E' davvero scontro in Aula sulle perizie nel processo d'appello in corso a Perugia per l'omicidio di Meredith Kercher. Se la scorsa settimana i periti super partes nominati dalla Corte di assise di appello, Carla Vecchiotti e Stefano Conti avevano messo in discussione l'operato della Polizia Scientifica con l'esperta Patrizia Stefanoni, stamani, ultima udienza prima della sospensione dell'attivita' giudiziaria per il periodo estivo, sono proprio loro ad essere incalzati prima dalle difese degli imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, e poi dai PM.
Rispondendo ad uno dei difensori della studentessa americana, Vecchiotti e Conti hanno confermato che il coltello considerato l'arma del delitto "non e' stato oggetto di accurato lavaggio" ed anche che sullo stesso "c'era dell'amido ma non sicuramente Dna". Pur prendendo atto di tale risultato, il PM Manuela Comodi ha insistito che "non e' escluso che Dna possa esserci stato al momento dei prelievi della Scientifica". La Corte, che su richiesta della Procura ha ammesso l'escussione dei periti di parte ha anche dato lettura di una missiva a firma di Piero Angeloni, direttore del servizio di polizia scientifica, volta a prendere le distanze dalle critiche sollevate in precedenza dai periti super partes visto che mai in passato, ha sostenuto, si e' pensato di mettere in discussione l'operato del corpo e l'attendibilita' dei risultati. La scientifica, ha spiegato il direttore, effettua annualmente migliaia di sopralluoghi, dispone di un sistema informatico di tracciabilita' dei reperti, e' dotata di certificazione di qualita' basata su centinaia di documenti prescrittivi ed audit a cura di societa' specializzate anche europee. pg/vlm/ss
