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Giovedì 02 Maggio 2024

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Manovra bis: Vescovo Terni, riforma enti locali e' insufficiente

Terni (TR) - "Una decisione che appare insufficiente e non coerente con l'obiettivo che intende perseguire. Il paese e' in un momento difficilissimo e scelte dolorose sono necessarie. Queste scelte debbono pero' riguardare tutti e non possono essere ristrette a pochi con metodi irragionevoli e forse anche di incerta compatibilita' con le regole costituzionali". E' quanto ha evidenziato, monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, nel corso dell'intervento al consiglio provinciale e comunale aperto nel pomeriggio di oggi e dedicato all'ipotesi di soppressione della Provincia di Terni. Il presule, tuttavia, ha ribadito che "il bene comune e' una responsabilita' comune, una responsabilita' di tutte le sfere sociali, dell'economia come della politica, delle comunita' religiose come del mondo della cultura, e cosi' via. Senza supremazie o distinzioni tra ruoli centrali e ruoli periferici". In questa prospettiva, Paglia, ha difeso una "visione poliarchica della citta' per affrontare con successo le sfide che abbiamo di fronte a noi. Se dunque una visione poliarchica ci mette nella giusta posizione per guardare al futuro - ha affermato - dobbiamo cambiare molti dei nostri atteggiamenti. Non possiamo, ad esempio, continuare a pensare che altri ci debbano garantire status, condizioni sociali, qualita' della vita. Non abbiamo piu' uno stato che garantisce la provincia. Non abbiamo piu' uno stato che crea sviluppo e posti di lavoro. Non abbiamo piu' uno stato che ci assicura contro la poverta'. E non possiamo neppure sostituire la regione allo stato, non e' questo il federalismo che puo' far crescere l'autonomia e la responsabilita' delle nostre citta"'. Non avere "piu' alibi, garanzie, o meglio non avere piu' le forme di garanzia che la storia recente ci aveva abituato a dare per scontate", impone, per il Vescovo "un ripensamento delle responsabilita', delle capacita' di far fruttare le risorse di cui siamo dotati e di lasciare spazio ai talenti. Non dobbiamo chiedere garanzie ad altri ma chiedere a noi stessi di impegnarci di piu', di lavorare di piu' e meglio, di avere piu' cura e di dedicare piu' tempo a chi resta indietro. Abbiamo di fronte una responsabilita' comune per il futuro che ci deve aiutare a contrastare il ripiegamento che rischia di attanagliarci e, accanto al ripiegamento, la tentazione di sostituire la rivendicazione alla laboriosita"'. "Non si possono difendere forti livelli di governo - ha ribadito - dove le altre sfere sociali sono deboli, avvilite, dipendenti e non autonome, fiacche e non vigorose, dove c'e' cooptazione e non sana competizione. Gli strumenti per mettere in moto questo processo possono essere diversi, ma la visione e' decisiva e occorre che sia una visione condivisa. Solo nella condivisione e' possibile cercare un rafforzamento delle possibilita"'. pg/dab/rl

[Fonte: Umbria OnLine]

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