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Sabato 04 Maggio 2024

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Immigrati: vescovo Perugia, enfatizzazione su arrivo 'disperati'

Perugia (PG) - "Cio' che sorprende e' l'enfatizzazione mediatica dell'arrivo di queste persone 'disperate', quando ospitarle dovrebbe essere un gesto spontaneo, naturale, soprattutto per chi si professa cristiano". A dirlo e' l'arcivescovo di Perugia-Citta' della Pieve e vice presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Gualtiero Bassetti, delegato dei Vescovi umbri al Servizio regionale per i Migranti, nel commentare l'arrivo dei primi profughi provenienti da Lampedusa. "Non possiamo non aprire le nostre porte a queste persone 'disperate' - prosegue - tra l'altro e' un gesto che ci viene chiesto in un momento particolare dell'Anno liturgico. Ci stiamo preparando alla Pasqua del Signore. Ci sono persone e famiglie delle nostre comunita' parrocchiali - evidenzia ancora - che hanno detto ai loro parroci di volersi far carico, insieme agli operatori e ai volontari delle Caritas, di accogliere ed ospitare al meglio queste persone in fuga dalle loro case alla ricerca di giustizia e di pace. E' una bella testimonianza di fede e di pedagogia della carita' che non deve passare in secondo piano, rispetto a coloro - a quanto risulta sono pochi - che temono la presenza di questi disperati in mezzo a noi".

Il presule aggiunge "come Chiesa offriamo ai profughi, innanzitutto, un tetto dignitoso e tanto calore umano per il periodo di tempo che resteranno tra noi, secondo le nostre possibilita', dal momento che moltissime delle nostre strutture sono gia' al completo, per la presenza di persone che soffrono di vari disagi. Se tra i profughi c'e' qualcuno che ci chiedera' aiuto per integrarsi nella nostra comunita' attraverso la ricerca di un lavoro onesto, di certo non ci tireremo indietro, perche' quest'opera la Chiesa la svolge da sempre". Inoltre, monsignor Bassetti sottolinea quanto detto dal segretario generale della Cei mons. Mariano Crociata, sulla "necessita' di misure e interventi capaci di far fronte all'emergenza in maniera appropriata, che vada verso soluzioni durature e non generi e poi alimenti situazioni di parassitismo e di disordine sociale". C'e' il rischio concreto che "da accoglienza e aiuto si trasformi nel suo contrario, cioe' di mantenere migliaia e migliaia di persone senza offrire loro una prospettiva". Per questo anche l'arcivescovo di Perugia e' del parere che "occorre intervenire direttamente in quei paesi da cui provengono gli immigrati per contenere con lo sviluppo economico e sociale nei luoghi di partenza i flussi di immigrazione e per chi e' in Italia gia' ad tempo, gestire i processi di integrazione con la capacita' di affrontare questioni complesse di carattere non solo economico e sociale, ma anche legislativo e politico". pg/gc

[Fonte: Umbria OnLine]

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