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Lunedì 16 Settembre 2024

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Il Becco del Grifone – n. 16

Perugia (PG) - Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

Siamo nel 1898, da ormai 20 anni siede sulla cattedra di Pietro l’anziano Papa Leone XIII che, a dispetto della sua salute considerata malferma fin dalla gioventù, ha raggiunto il traguardo degli 88 anni. Prima di salire al soglio pontificio, Gioacchino Pecci fu per 32 anni Vescovo di Perugia. Un tempo lunghissimo per quell’epoca, caratterizzato da un lavoro capillare ed instancabile del Pecci nel difficile contesto della Perugia in pieno ‘800.

Significativo fu anche lo slancio che diede alla devozione dei perugini verso la Madonna delle Grazie, promuovendo numerose manifestazioni di culto in tutta la diocesi e diffondendone l’immagine in ogni casa.

Proprio in occasione del ventennale di pontificato, nei giorni 27, 28 e 29 aprile 1898, fu organizzato dalla diocesi perugina un grande pellegrinaggio a Roma con la partecipazione di circa 1400 fedeli che culminò nell’incontro dei pellegrini col Papa. Fu proprio in questa occasione che Leone XIII, trasportato da affettuosi ricordi, parlò loro di Perugia e delle sue belle contrade, della cattedrale e di quella singolare immagine così cara al popolo perugino.

  

Ricordo dell’udienza papale concessa ai perugini il 29 aprile 1898

 

La cronaca dell’evento e il discorso del Pontefice vengono riportati diffusamente da Il Paese, giornale dei cattolici umbri, nel n. 18 del 30 aprile 1898. Di seguito alcuni stralci:

“L’indomani venerdì 29 il S. Padre si degnava di ricevere in particolare udienza il primo gruppo dei pellegrini di circa 600, i quali attendevano il S. Padre schierati parte nella sala Clementina e parte nelle logge di Raffaello. Alle ore 11 compariva il Papa accompagnato dalla sua nobile corte, e veniva freneticamente applaudito dai pellegrini, i quali volevano così attestare pubblicamente la loro viva riconoscenza. Il S. Padre coll’aspetto lieto e giovanile (Sic!) si degnava di ricevere ad uno ad uno i pellegrini, a tutti rivolgendo paternamente la parola, e a molti ricordando aneddoti della sua vita episcopale. Fra le persone degne di nota, che furono ricevute, va segnalata la Contessa degli Oddi col genero Marchese Luigi Marini Clarelli, ai quali S. Santità si compiacque di ricordare le tante volte in cui era stato in Montefreddo ospite loro.

Terminata l’udienza il S. Padre faceva ritorno nei suoi privati appartamenti, dopo avere commosso e benedetto tutti quanti con l’affabilità e cordialità con cui li aveva ricevuti.

Sabato poi il S. Padre si degnò di ricevere alla stessa ora l’ultimo gruppo dei pellegrini nella sala delle carte geografiche, volendo che nessuno partisse senza aver ricevuto questo particolare saluto. Come il giorno innanzi, il S. Padre appena comparve fu salutato con evviva prolungati dai figli devoti e affezionati i quali poi tutti furono ammessi alla sua augusta presenza. È proprio meraviglioso che il Papa non si mostrasse stanco; sembrava invece ringiovanito e tornato di fatto a quegli anni migliori che aveva passato nella diletta Perugia, come ricordò nel commovente discorso”.

Il Cardinale Francesco Satolli, nato a Marsciano (PG) il 21 luglio 1839

 

Di seguito riportiamo alcune righe del discorso che il Papa pronunciò di fronte ai pellegrini di Perugia dopo l’indirizzo di saluto del marscianese cardinale Francesco Satolli.

 “Diletti figli,

Accogliamo paternamente questa testimonianza di memore affetto, lieti di vedervi qui spontaneamente convenuti a salutare, affaticato ormai dal peso degli anni e delle apostoliche sollecitudini, l’antico vostro Vescovo. Il tenore delle sue parole, signor Cardinale, le note sembianze di non pochi fra voi, la vista di quanti siete presenti, Ci richiamano quest’oggi viva alla mente l’immagine d’altri luoghi e altri tempi. Quantunque, a dir vero, né dalla mente né dal cuore Ci venne mai cancellata quella che un giorno fu la Nostra Diocesi: e anzi, in mezzo alle nuove cure, spesso godemmo e godiamo tuttavia di tornar col pensiero alle contrade del Trasimeno e rivedere in fantasia il vostro bel San Lorenzo, alla cui ombra protettrice intendeva forse la Provvidenza di erudire a più alto ministero la Nostra pochezza. Colà spendemmo, giusta le Nostre forze, l’opera degli anni migliori: con quanta copia di frutti, non sappiamo; ma se punto di bene Ci venne fatto di operare, ascrivasi all’assistenza benigna del cielo… Al qual proposito, di buona speranza Ci riempie, per rispetto a voi, il patrocinio della celeste Regina che Perugia suole particolarmente invocare coll’auspicata appellazione di Madonna delle Grazie. Ci pare ancor di vedere là in grembo alla Colonna il venerando simulacro e innanzi ad esso la folla in atto pio. Vi sia dunque raccomandato di mantenere schietta e vivace la sacra fiamma, tramandatavi dai padri e dagli avi, della divozione alla gran Vergine. Fontana di speranza, rivolgetevi a Lei, che in alto il cuore vi aderga dalle cose terrene: ispiratrice del buon volere, chiedetele spirito docile ai divini precetti, costanza nel desiderio del bene: madre del casto amore, supplicatela che sempre intemerata custodisca in voi la purezza del costume, fulgida corona di tutte le onestà, alimento di tutti gli affetti gentili, di tutte le opere magnanime.

Il pontefice morì, fiaccato dall’età, nel 1903. Quelle che abbiamo trascritto sono dunque le ultime parole che pubblicamente Leone XIII, che fu vescovo dei perugini, pronunciò come tributo d’affetto verso la Madonna delle Grazie.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Arcidiocesi Perugia-Città della Pieve ed è stato inizialmente pubblicato su diocesi.perugia.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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