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Venerdì 26 Aprile 2024

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Cattolici: vescovo Terni, sentiamo urgenza tracciare linee bene comune

Todi (PG) - "Sentiamo la responsabilita' come credenti di spendere le ricchezze che ciascuna nostra realta' possiede per il bene di tutti, sentiamo l'urgenza di affrettare i passi della riflessione, del discernimento, al fine di elaborare una visione di quella societa' che vogliamo costruire, di tracciare le linee che definiscono il bene comune ogg, iconfrontandoci lealmente con tutte le realta' vive della societa' italiana". Lo ha evidenziato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e vescovo di Terni Narni Amelia durante l'omelia pronunciata nella celebrazio e eucaristica che ha aperto il seminario "La buona politica per il bene comune" organizzato a Todi dal Forum delle persone e delle associazioni d'ispirazione cattolica nel mondo del lavoro. "Siamo qui perche' pensosi per la crisi nazionale e internazionale - ha detto il vescovo - e dobbiamo chiederci se non sia necessario un impegno piu' robusto anche da parte nostra. Le comunita' cristiane in Italia, per quanto "minoranza' - ha ribadito - sentono in profondita' e in larghezza le speranze e le angosce delle famiglie, dei giovani e degli anziani. Qui, a Todi, raccolti in questa singolarissima assemblea, sentiamo la responsabilita' di spendere le ricchezze che ciascuna nostra realta' possiede per il bene di tutti. E dobbiamo farlo presto e assieme, con creativita' e generosita"'. "C'e' bisogno che appaia un nuovo sogno per l'Italia - ha sottolineato in un altro passaggio monsignor Paglia - che si stagli una nuova visione del paese che scaldi il cuori della gente. Sappiamo che e' compito di tutte le realta' del Paese concorrere alla realizzazione del bene comune. Ma non c'e' dubbio che per i discepoli di Gesu' "esperti in umanita", come diceva Paolo VI, tale compito e' ineliminabile e urgente. E oggi, ancor piu' di ieri, si presenta l'opportunita' di suscitare nuove passioni e nuovi protagonismi anche nella vita politica. Non possiamo indugiare, magari attardandoci nella cura dei rispettivi magazzini o, peggio, nel tenerli aperti solo per se' e chiusi per gli altri". pg/

[Fonte: Umbria OnLine]

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