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Giovedì 28 Marzo 2024

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Assessore Vinti: insieme a Unità d’Italia celebriamo 140 anni primo Governo Popolare della storia

Perugia (PG) - Insieme ai 150 anni dell’Unità d’Italia, va ricordato anche l’anniversario del primo governo popolare della storia, la “Comune” di Parigi. È l’invito che rivolge l’assessore regionale Stefano Vinti. “Ben si è fatto a ricordare, celebrare e festeggiare la nascita dell’Italia unita – sottolinea -. Un diritto e un dovere, in particolare oggi, alla luce del deprimente contesto in cui nostro malgrado ci troviamo a navigare. Ma ben si farebbe a spendere qualche riflessione su un’altra ricorrenza, quella di oggi, 18 marzo, 140 anni fa. A Parigi – spiega - nasce il primo governo proletario della storia. Sull’Hotel de Ville sventola la bandiera rossa, in sostituzione del tricolore napoleonico. I valori di quella rivoluzione sono più che attuali ed un ricordo di quella breve stagione non può che essere salutare. Recuperiamo, quindi, gli insegnamenti ancora validi”.

   “La Comune di Parigi – dice Vinti - è il primo governo popolare ed operaio della storia, un grande colpo alle borghesie di tutta Europa. Un’esperienza tanto effimera nella durata, quanto immortale nel senso simbolico: grande messaggio di speranza per i vinti e gli sfruttati. Per la prima volta si assapora l’ebbrezza dell’autogoverno: è la dimostrazione che un’altra forma di organizzazione della vita sociale è possibile. E sono queste speranze a sopravvivere al bagno di sangue che ne decreterà la fine. Il pensiero corre veloce alle rivoluzioni di oggi, ed ai conseguenti attuali bagni di sangue in cui si cerca di reprimerle”.

   “Ma senza andare troppo lontano, che poi lontano non è – prosegue l’assessore regionale -, pur volendo restare nelle pieghe delle nostre beghe italiche, perché non soffermarci sui principi e sui punti di programma dei ‘comunardi’. Dicono niente ‘la libertà di coscienza è la prima delle libertà’, ‘separazione dello Stato dalla Chiesa, soppressione dei finanziamenti statali…’, ‘emancipazione femminile…’?  E, ancora, ‘…tutte le città hanno il diritto di considerare propri cittadini gli stranieri che la servono’. C’è abbastanza di che riflettere e abbastanza di che ricordare”.

 

[Fonte: Umbria OnLine]

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