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Venerdì 18 Ottobre 2024

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Il Becco del Grifone – n. 21

Perugia (PG) - Dettaglio del Postergale della cappella di San Bernardino in Cattedrale.

Dalla sensibilità dell’arcivescovo Giovanni Battista Rosa (arcivescovo di Perugia dal 1922 al 1942), uno dei luoghi simbolo della vita spirituale e pastorale della Diocesi.

Pubblichiamo, in questo numero, dalle memorie di Mons. Remo Bistoni, una breve descrizione della fondazione di quella che noi preti siamo soliti chiamare Casa Sacro Cuore, luogo particolarmente suggestivo sia per la sua felice posizione geografica che per la missione di accoglienza e ritiro che svolge dal 1934.  La villa fu acquistata e opportunamente adattata con lavori di restauro ed altri di radicale innovazione affidati alla supervisione dell’allora vicario generale mons. Raffaele Baratta e del rettore del seminario perugino mons. Fabio Italiani,  venendo successivamente dedicata al Sacro Cuore, per volere dello stesso fondatore, l’arcivescovo Giovanni Battista Rosa.

Si paganizzano le masse ebbene realizziamo un luogo dove i moderni apostoli trovino riposo, luce e fuoco che riportino un fermento di vita nelle masse morenti di paganesimo e di dottrine negatrici di Dio“.

Cosi mons. Rosa tra i primi in Italia, realizzò un luogo per ritiri ed esercizi spirituali, un luogo che divenne d’allora, e lo è ancora, il centro dinamico di vita interiore e di apostolato.

Così veniva descritta dal rettore del seminario Fabio Italiani:

“Fra le propaggini dei colli di Perugia che degradano verso l’ampia Valle del Tevere, quella che prende nome dalla Chiesa parrocchiale dei SS. Proto e Giacinto, contiene la Villa Monti, la più prospicente alla valle con l’ampio panorama da est ad ovest, fino ai lontani Appennini e cioè dal Catria al Terminillo; per questo la villa ha rinomanza come una delle migliori dei dintorni di Perugia, per essere a poco più di tre chilometri dalla città, con facilissimo accesso dalla strada provinciale tuderte, e perché posta a ringhiera sulla bella valle tiberina, godendosi la vista di tanti paesi, villaggi e città quali Assisi, Spello, Trevi; Foligno, Todi, ecc. Dalla provinciale suddetta, al vocabolo “la catena”, percorrendo lo stradone lungo metri trecento, si entra nel recinto della villa contenente un fabbricato a tre piani con giardino, arancera, viali fiancheggiati da cipressi e pini, fontane, laghetto, pomario, viti ed olivi a ripiano e rigoglioso parco esteso circa un ettaro, contenente urne etrusche, chioschi e montagnole. La villa ed annessi raggiungono l’estensione di cinque ettari. Questo il dono che il Padre, sempre più sollecito, preparava ai suoi amati figli nel decennio del suo Episcopato”

Ai seminaristi e ai fanciulli cattolici l’Arcivescovo sottolineava il magnifico bosco di villa Monti come un ideale parco per i loro giochi, ai vari gruppi di Azione Cattolica prospettava l’idea di una casa tutta per loro e finalmente il 13 agosto del 1934 la Casa del Sacro Cuore era una felice realtà.

In un primo momento mons. Rosa vedeva nella nuova realizzazione anche la possibilità di accogliervi i sacerdoti anziani perché vi trovassero un luogo familiare nella loro età di riposo ma, alla fine si scelse un altro luogo in Via Imbriani nel cuore della città intuendo fin d’allora che l’isolamento non è cosa buona per i vecchi. Così Casa Sacro Cuore rimase totalmente riservata per gli esercizi e per i ritiri.

Il cuore della casa divenne la cappella completamente nuova ma collegata con la stessa casa: la realizzò l’ing. Grossi in linee molto semplici con cornicione sorretto da travertino e con grazioso portale che si conclude nell’alto della facciata con una elegante nicchia dove fu posta subito una statua del Sacro Cuore la cui devozione godeva, allora, del massimo splendore.

La sala da pranzo fu realizzata sotto la stessa Cappella per cui risulta ancora oggi un luogo ampio e pieno di luce. Veniva affidata per il servizio alle suore della Sacra Famiglia le stesse che in quel momento erano presenti in seminario.

Nel Vespro della domenica 12 luglio, mentre nell’adiacente parco si teneva una festa di luci, Mons. Rosa, con la gioia di vedere ultimata questa sua grande opera, compiva il rito solenne della consacrazione dell’Altare. Ricorda Bistoni: “Quando durante e dopo la consacrazione dell’altare vedevamo a fianco di Mons. Arcivescovo i reverendissimi Monsignori Baratta Vicario Generale e Italiani, Rettore del Seminario; quando, dopo i Seminaristi, abbiamo visto apprestarsi alla mensa eucarestia l’Ing. Agamennone e l’Avv. Bournens, il quale del nostro Presule è stato il coadiuvatore, assiduo, saggio, devoto; abbiamo pensato all’armonia di fede alacre e generosa che ha sorretto l’ispirazione e l’attuazione del disegno cosi ardito di questa Casa del Sacro Cuore per l’archidiocesi di Perugia…Al termine dell’agape veramente fraterna, dopo il ringraziamento di Mons. Boccali a nome del Capitolo, Mons. Vicario presentando l’omaggio giubilante e riconoscente di tutta l’archidiocesi a S.E. Mons. Rosa, ricordò lo spirito di fede e di preghiera, il sacrificio di ogni suo avere e di disponibilità, la fiducia incrollabile nella provvidenza del Divin Cuore, con cui l’Arcivescovo con zelo tanto illuminato e generoso largiva questo dono”.

Oggi la Casa del Sacro Cuore, arricchita da un adiacente spazio di accoglienza, pur conservando la su avocazione originaria, è gestita come un moderno Hotel. Alcune screpolature nell’intonaco della facciata ne fanno intuire il perso dell’età senza tuttavia renderla inelegante. Per noi resta una delle tante testimonianze di una chiesa, quella perugina, fatta di volti, desideri, progetti e sacrifici che nella fede si rinnovano nonostante il tempo che passa.

 

Nelle foto:

L’arcivescovo Giovanni Battista Rosa

Villa Monti prima di essere Casa Sacro Cuore

Casa Sacro Cuore al momento dell’inaugurazione nel 1934

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Arcidiocesi Perugia-Città della Pieve ed è stato inizialmente pubblicato su diocesi.perugia.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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