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Giovedì 25 Aprile 2024

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Umbria: l. Marchesani (Pdl), riforme sono ferme

Perugia (PG) - "Le vicende giudiziarie tengono banco e la macchina regionale e' pericolosamente ferma: sull'altare dei riequilibri interni alla maggioranza e con inchieste giudiziarie che tengono ferma qualsivoglia azione di natura legislativa ed amministrativa, si assiste ad un triste spettacolo di immobilismo che testimonia l'incapacita' della Giunta Marini di prendere decisioni piu' volte annunciate". Il consigliere della Regione Umbria, Andrea Lignani Marchesani (Pdl) fa il punto sulla situazione politico-istituzionale dell'ente e sottolinea come dopo la "timida" riforma degli Ater di quasi un anno fa sia stato prodotto "un pletorico disegno di legge di riforma endoregionale che e' stato piu' volte sull'orlo del ritiro per le prese di posizione durissime di Comuni, Province e Comunita' Montane". L'esponente del Pdl punta sul ddl di riforma endoregionale "prevedeva la soppressione di Arusia e Comunita' Montane - spiega - sostituendo e mettendo in capo a piu' o meno volontarie Unioni di Comuni deleghe e competenze, in parallelo con una elefantiaca "Agenzia della forestazione'. Nonostante le differenze di ordine politico, il disegno di legge presentato in materia dal centrodestra in Regione - sottolinea Lignani Marchesani - ha invece raccolto, in sede di autonomie locali, piu' consensi, per la sua semplicita' e per lo snellimento concreto previsto nello stesso". Lignani Marchesani ricorda poi che le Province "avevano espresso forti perplessita' nei confronti della Giunta regionale, perplessita' poi magicamente sfociate in un accordo sbandierato alla stampa in piena campagna elettorale amministrativa. E riguardo ai contenuti dell'accordo - precisa - nulla e' dato sapere, a quasi sei mesi dalla presentazione dei disegni di legge, tutto e' tenuto fermo in prima Commissione consiliare. Siamo in un contesto di forte impasse che pagheranno in primis le Comunita' umbre". Lignani Marchesani augura "agli interessati di chiarire il prima possibile e positivamente la propria posizione giudiziaria, ma e' di tutta evidenza che le inchieste in corso della magistratura che gia' fanno male a qualsivoglia livello politico e istituzionale, non possono produrre un'ulteriore criticita' che di fatto tiene fermi i lavori del Consiglio regionale. La presidente e la sua maggioranza - conclude - procedano, se lo vogliono, ad un rimpasto o vadano avanti in queste condizioni, ma rispettino le Istituzioni e la collegialita' del Consiglio regionale e, soprattutto, provino ad onorare il programma elettorale che hanno proposto agli elettori". pg

[Fonte: Umbria OnLine]

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