Perugia (PG) - "Sarebbe un provvedimento iniquo. Gli albergatori non hanno nessuna intenzione di svolgere il ruolo di sostituti d'imposta. Prima deve venire la razionalizzazione dei costi nelle pubbliche amministrazioni, sia a livello centrale che periferico". Lo ha detto Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi dell'Umbria, nel corso della conferenza stampa indetta per manifestare il no dell'associazione all'ipotesi d'introduzione della tassa di soggiorno nei Comuni umbri. "Recuperare risorse tramite la tassa di soggiorno - ha aggiunto Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi della provincia di Perugia - e' il provvedimento piu' facile. Ma e' anche una scelta che non guarda al futuro. Far pagare il conto a chi non vota sul territorio e' una furbata di bassa lega. I sindaci devono ragionare in termini di tagli ed efficienza, rischiando di essere impopolari. Noi diciamo No a soluzioni che servono a pagare cattive gestioni". Federalberghi Umbria ha proclamato lo stato di agitazione della categoria e sollecitato i Comuni a rigettare una scelta che rischia di penalizzare il turismo locale ostacolandone la ripresa. Per dare visibilita' al dissenso le strutture associate a Federalberghi-Confcommercio esporranno dal 17 marzo, festa dell'Unita' d'Italia, locandine di protesta che invitano imprenditori e cittadini ad esprimere il "no" alla tassa di soggiorno scrivendo all'e.mail notassasoggiorno@gmail.com.
Il provvedimento sul federalismo fiscale municipale prevede la possibilita' per i comuni capoluogo di provincia, le unioni dei comuni nonche' i comuni inclusi negli elenchi regionali delle localita' turistiche e delle citta' d'arte dell'introduzione dell'imposta di soggiorno a carico di chi alloggiano nelle strutture situate sul territorio, da applicare fino ad un massimo di 5 euro. pg/mpd/lv