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Martedì 23 Aprile 2024

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Meredith: requisitoria pm, si confermi sentenza primo Grado

Perugia (PG) - "A prescindere dalle prove scientifiche, l'esito di questo processo non puo' che essere quanto meno la conferma della condanna di primo grado". Lo ha ribadito stamani, avanti alla Corte d'Appello di Perugia, la PM Manuela Comodi che sta completando il terzo capitolo della requisitoria nel processo a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito gia' condannati a 25 e 26 anni di carcere per l'omicidio di Meredith Kercher. Il magistrato (ieri mattina avevano parlato il sostituto procuratore Giancarlo Costagliola edil PM Giuliano Mignini che fin dal verificarsi dei fatti, 4 anni fa, coordino' le indagini - ndr), chiamato a confutare i risultati della perizia fatta svolgere dalla Corte sulle tracce di Dna riscontate sul coltello ritenuto l'arma del delitto e sul gancetto del reggiseno indossato dalla vittima al momento dell'omicidio secondo i quali i precedenti non erano attendibili, ha rispedito ogni critica al mittente. Gli esperti incaricati, infatti, Carla Vecchiotti e Stefano Conti, a suo dire sarebbero stati "protagonisti di un'imbarazzante performance" mostrando "un'assoluta inadeguatezza e scompostezza" e producendo "falsi dati fattuali espressi con aggressivita' impropria e ostilita' nei confronti di uno dei PM".

"Affidereste il matrimonio di vostra figlia - ha chiesto rivolgendosi ai giudici per rimarcare la limitata esperienza sul campo dei periti - ad un cuoco che non ha mai cucinato pur conoscendo tutte le ricette?". In merito alle tracce di amido isolate sul coltello che avevano portato i periti a concludere che derivavano dal contatto di cibo come le patate e che la lama sulla quale si sarebbe dovuto trovare il materiale genetico della vittima non era stata lavata, il magistrato perugino ha replicato che l'amido deriverebbe dal talco presente su gran parte dei guanti monouso sterili, usati dalla scientifica di Perugia e dalla squadra mobile. Ed ancora, sulla presunta contaminazione del gancetto del reggiseno, repertato ed analizzato 46 giorni dopo, Comodi ha chiesto "e allora la felpa di Elisa Claps che e' stata analizzata a distanza di 20 anni dal suo ritrovamento?". Il gancetto, ha insistito, e' sempre rimasto sulla stessa scena e la possibilita' di contaminazione e' pressoche' nulla. Il processo proseguira' per tutta la prossima settimana (escluso mercoledi') e la sentenza e' attesa per lunedi' 3 ottobre. pg/mar/rob

[Fonte: Umbria OnLine]

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