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Giovedì 25 Aprile 2024

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Libia: Tavola della Pace, non si difendono cosi' i diritti umani

Perugia (PG) - "Cosi' non si difendono i diritti umani". Partendo da tale assunto, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, espone in una nota le sue tesi sull'intervento militare in Libia. "Una cosa e' la Risoluzione dell'Onu, un'altra e' la sua applicazione. Una cosa e' difendere i diritti umani. Un'altra e' scatenare una guerra", scrive Lotti evidenziando che "la Carta dell'Onu autorizza missioni militari (art. 42), non qualsiasi missione militare; ma l'iniziativa militare contro Gheddafi e' stata assunta in fretta da un gruppo di paesi che hanno fatto a gara per stabilire chi bombardava per primo, non ha una strategia comune, non ha un chiaro comando unificato ma solo una forma di coordinamento, con una coalizione internazionale che si incrina ai primi colpi e che deve rispondere alla pesante accusa di essere andata oltre il mandato ricevuto. Si poteva iniziare in modo peggiore?".

Il coordinatore della Tavola della Pace evidenzia che sebbene da tempo si chiedesse di intervenire in difesa dei diritti umani "l'atteggiamento del governo italiano e della comunita' internazionale e di tanta parte dei responsabili della politica oscillava tra l'inerzia e le complicita' con Gheddafi". "Mentre si interviene in Libia - prosegue Lotti - non si dice e non si fa nulla per fermare la sanguinosa repressione delle manifestazioni in Baharein, nello Yemen e negli altri paesi del Golfo. La risoluzione dell'Onu 1973 - rimarca - indica due obiettivi principali, l'immediato cessate il fuoco e la fine delle violenze contro i civili. Qualunque iniziativa intrapresa in attuazione di questa risoluzione deve essere coerente con questi obiettivi. Ad attuare quelle decisioni ci doveva essere un dispositivo politico, diplomatico, civile e militare sotto il completo controllo dell'Onu. Quel dispositivo non esiste perche' le grandi potenze hanno sempre impedito all'Onu di attuare quanto previsto dall'art. 43 della sua Carta e di adempiere al suo mandato. La costruzione di un vero e proprio sistema di sicurezza comune globale non e' piu' rinviabile".

Lotti conclude: "la storia e il realismo politico ci insegnano che la guerra non e' mai stata una soluzione. L'Italia ha un solo grande interesse e una sola grande missione da compiere, fermare l'escalation della violenza, togliere rapidamente la parola alle armi e ridare la parola alla politica, promuovere il negoziato politico a tutti i livelli per trovare una soluzione pacifica e sostenibile". pg/mpd/ss

[Fonte: Umbria OnLine]

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