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Giovedì 25 Aprile 2024

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Intervista a Lavinia Santucci

Umbertide (PG) - tratto da Miss Match, il giornale ufficiale di Acqua&Sapone Umbertide distribuito al PalaMorandi in occasione delle partite interne di campionato

La Miss Match di questa settimana è Lavinia Santucci, una delle giocatrici più rappresentative non solo di Acqua&Sapone Umbertide ma dell’intero panorama del movimento cestistico italiano. Naturale quindi sviluppare con lei un discorso che partendo dall’attualità della squadra abbracciasse anche altri argomenti di respiro più generale. Ecco le sue impressioni.

[...]

Che giudizio dai alla stagione fin qui disputata dalla squadra?

Sicuramente stiamo lavorando tanto e altrettanto sicuramente non è facile riuscire a dare continuità a questo lavoro perché gli infortuni si ripetono senza sosta. Nonostante ciò, però la squadra si impegna, cerca di essere concentrata e secondo me abbiamo avuto dei momenti di crescita, purtroppo però spesso ricadiamo nei soliti errori e questo finora è il nostro limite, perché tutte le volte che sembra che le cose funzionino, invece arriva un nuovo passo indietro.

Ecco, per l’appunto quello degli alti e bassi è stato fin qui il problema di questa annata. Quali pensi possano essere le ragioni?

Ovviamente se sapessi la risposta definitiva l’avrei già detta a Lollo e avremmo risolto il problema (ride). Siamo una formazione che in regia è molto giovane, Caterina è la prima volta che ha in mano una squadra e oltretutto in una società che richiede risultati importanti ai massimi livelli. All’inizio avevamo Gemelos e Swords al primo anno in Italia, con Swords che oltretutto era ferma da un anno, e non è stato il massimo per partire, anche perché in tanti si aspettavamo molto da noi. Comunque adesso Swords mi sembra al top, Gemelos più inserita e speriamo che anche Robbins recuperi, visto che fino a dicembre ha retto lei la baracca.

Qual è stato il ruolo delle italiane in questo gruppo?

Il nostro lavoro, soprattutto mio e di Scons, è stato cercare di far capire specialmente alle straniere cosa voleva Lollo, questo sia nello spogliatoio che sul campo. La cosa più positiva, e ci tengo in particolar modo a sottolinearlo, è che siamo un bellissimo gruppo, non parlo di andare a cena o uscire assieme, ma nello spogliatoio. Nei momenti di difficoltà siamo sempre rimaste unite e non è una cosa da dare per scontata.

Tu sei la giocatrice che nell’intero campionato, almeno a giudizio di chi intervista, riesce a leggere meglio il gioco di tutte. Per questo vengono spontanee due domande: quando fra molti anni smetterai di giocare, ti vedi un ruolo di allenatrice? E in generale perché pensi ci siano così poche allenatrici donne nell’ambiente?

Ho avuto ottimi allenatori che mi hanno fatto capire il gioco, dei veri e proprio istruttori che davano un senso a tutto quello che mi chiedevano. Non credo che potrei allenare perché sono cresciuta in un altro momento cestistico e non avrei la pazienza per poter allenare. Mi ricordo che quando ho iniziato a giocare a volte tornavoa casa piangendo per la durezza e la disciplina richiesta, oggi invece, anche per i numeri molto più bassi, si tende a tutelare le poche giocatrici che abbiamo, a volte anche concedendo un po’ troppo. Qualche allenatrice donna comincia ad esserci, spesso sono ex giocatrici. Lo sport comunque è abbastanza maschilista come ambiente, quindi riuscire ad arrivare a certi livelli è molto difficile. Quando si gioca per tanti anni si devono avere davvero tante motivazioni, la vita del giocatore richiede tantissimi spostamenti, cambiare sempre ambiente, amici ecc. e continuare a farla pure dopo avere smesso è molto complicato anche per questioni familiari. Infatti chi lo fa tende a farlo in società della sua zona.

Sei stata tra le giocatrici più importante della nazionale che quest’estate si è qualificata per l’Europeo. Immagino parteciparvi ora sia un obiettivo importante. Che prospettive può avere la squadra azzurra?

Ovviamente l’obiettivo è esser convocata per il raduno per poi riuscire a trovare spazio nelle 12. Il campionato è ancora lungo, e per fortuna, o purtroppo se dovessi fare un discorso egoistico, le italiane stanno giocando tanto e bene. Il girone è durissimo soprattutto perché ne passano solo 3. La cosa bella di questa nazionale è che c’è di nuovo entusiasmo e voglia di allenarsi e a differenza di qualche anno fa. Il gruppo è più unito, si guarda meno a chi segna i punti ma più a puntare alla vittoria.

Come hai cominciato a giocare a basket e quando capito che sarebbe diventata così importante?

Ho cominciato in quinta elementare perché mi ci hanno portato. A scuola l’insegnante di educazione fisica era un allenatore di basket, mi ha detto: “Sei alta, vieni a giocare!”. Il momento in cui ho capito che sarebbe stata la mia vita è stata quando sono andata via da Roma: trovandomi fuori casa ho iniziato a pensare che sarebbe stata una bella vita. Mi ero data un paio d’anni per raggiungere un certo livello, altrimenti avrei fatto altro, invece ci sono riuscita e alla fine sono qua.

Cosa ti aspetti dal finale di questa stagione?

Questo campionato è molto duro, perché siamo un bel gruppo di squadre che possono vincere o perdere con chiunque. Tutte si sono rinforzate a metà stagione. Quindi diciamo che a parte i primi due posti, dal terzo al settimo tutto è aperto e ovviamente a seconda di dove ci si piazza cambia tutto. È difficile fare pronostici e il livello è molto più alto. Noi possiamo fare delle partite bellissime come contro Schio all’andata o l’esatto contrario come in Coppa Italia.

Abbiamo parlato di nazionale, quale è stata la tua emozione alla prima convocazione?

È stato un sogno, avevo appena finito l’Europeo under 20, l’allenatore Lambruschi ha convocato 4 giorni dopo in nazionale A me e altre due compagne. Ci siamo ritrovate in un gruppo con tutte quelle giocatrici che guardavamo in televisione. Il patto era vi porto, vi faccio allenare e poi vi mando a casa e invece con gli infortuni alle senior ci siamo ritrovate anche a disputare le partite ufficiali. E mi ricordo una partita ad Ariano Irpino con il palazzetto pieno e tante emozioni.

Quali sono le giocatrici più forti con cui hai giocato assieme e contro?

Tra le compagne credo Adriana e anche Kuznetsova, di cui ero il cambio a Viterbo. Da avversaria, anche se quando l’ho affrontata era una bambina, Penny Taylor.

Hai fatto cenno prima al fatto che rispetto al passato i numeri della base si sono molto ristretti. Quali sono secondo te i motivi e cosa si potrebbe fare per rimediare?

Negli ultimi anni non sono arrivati molti risultati ed è mancata visibilità, quindi perché una bambina dovrebbe essere spinta a giocare a basket quando la nazionale di pallavolo vince sempre?Il campionato era più di alto livello perché arrivavano stranieri più forti e questo è problema economico. Sky può aiutare per la visibilità, ma bisogna lavorare molto sul settore giovanile sia in fase di reclutamento che di formazione.

Infine Lavinia, una domanda sui nostri tifosi.

Li ho ringraziati due volte anche su Sky I nostri tifosi sono straordinari. Quando giochi contro Umbertide li odi perché fanno casino e prima di arrivare non mi aspettavo che invece fossero così vicini e attaccati alla squadra. Ci hanno fatto una grande sorpresa a Ragusa. Hanno sempre una parola di conforto e di incoraggiamento anche dopo le sconfitte ed è una bella cosa. Qui la gente apprezza se dai tutto, se lo fai anche se perdi poi ti battono le mani lo stesso e penso che in questo siano eccezionali.

Ringraziamo Lavinia per la disponibilità e le facciamo un grande in bocca al lupo per il prosieguo della stagione

 

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Acqua&Sapone Umbertide ed è stato inizialmente pubblicato su www.pfumbertide.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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