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Sabato 20 Aprile 2024

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COLDIRETTI UMBRIA, BENE STOP BARILLA A GRANO AL GLIFOSATO

Perugia (PG) - Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Italia dove è vietato l’uso del glifosato in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri paesi. È quanto afferma Coldiretti Umbria in riferimento all’annuncio della Barilla che ha “aggiornato i parametri qualitativi per questa materia prima strategica e chiede “ai produttori di grano duro di tutti i Paesi di non usare il glifosato prima del raccolto” come avviene in Canada che fino allo scorso anno era il principale fornitore straniero dell’Italia. Una scelta comunicata dal direttore degli acquisti di Barilla, Emilio Ferrari, a Toronto al Canadian Global Crops Symposium dove ha sottolineato che “al momento Barilla non ha firmato nessun contratto per l’importazione del grano dal Canada”. In una situazione in cui un pacco di pasta su sette prodotto in Italia è fatto con grano canadese, si tratta - sottolinea Coldiretti - di una svolta storica della principale industria pastaia del mondo che risponde alle sollecitazioni che vengono dai consumatori che chiedono garanzie di sicurezza alimentare. Le importazioni di grano duro dal Canada erano crollate già nel 2017 del 39,5% in valore per un quantitativo comunque estremamente rilevante di 720 milioni di chili secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. A pesare - continua Coldiretti - l’entrata in vigore in Italia del decreto con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato. Ora da Barilla fanno sapere - riferisce Coldiretti - di aver investito 240 milioni in progetti che coinvolgono 5000 imprese agricole italiane che coltivano una superficie di circa 65 mila ettari con un incremento del 40% dei volumi di grano duro italiano nei prossimi tre anni.  La scelta di Barilla - afferma Coldiretti - è una buona notizia perché dimostra la capacità di un’azienda di rispondere alla preoccupazioni dei consumatori del nostro Paese che chiedono pasta fatta con il grano italiano ma anche di sostenere l’economia e l’occupazione sul territorio contro la delocalizzazione. Una novità che arriva anche dopo la “guerra del grano” lanciata da Coldiretti con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza per difendere il Granaio Italia contro l’invasione di prodotto straniero, spesso di bassa qualità e trattato con sostanze vietate nel nostro paese e le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione, con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono di milioni di ettari coltivati, situati spesso in aree marginali.

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Coldiretti Umbria ed è stato inizialmente pubblicato su www.umbria.coldiretti.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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