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Giovedì 28 Marzo 2024

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9° Censimento industria e servizi, itituzioni e non profit. Umbria: una regione in profonda trasformazione

Perugia (PG) -

 

Cresce il non profit, arretra la Pubblica Amministrazione, cambia il sistema delle imprese per la crisi economica e il cambiamento del contesto competitivo.


E' quanto emerge dalla rilevazione censuaria in Umbria che ha coinvolto un campione significativo di imprese, oltre 6mila istituzioni non profit e 166 istituzioni pubbliche.

 

Il censimento evidenzia la marcata espansione del terziario e conferma la specializzazione manifatturiera del sistema produttivo umbro con una modesta apertura internazionale limitata ai settori dell’abbigliamento, del tessile e della ceramica. Nonostante la crisi iniziata nel 2008, i livelli di occupazione crescono più che nella media del paese, a sintesi di una dinamica positiva delle piccole e medie imprese che compensa la flessione registrata fra quelle di dimensioni maggiori.


Anche in Umbria si riduce la consistenza della P.A. a seguito degli interventi di razionalizzazione. Crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, pur in presenza di difficoltà operative, e minore diffusione di pratiche di rendicontazione sociale caratterizzano il settore nella regione rispetto al resto del Paese in un contesto di minore flessibilità occupazionale.


Il non profit umbro cresce a due cifre nell’ultimo decennio. Esso mostra dinamiche più sostenute della media nazionale per crescita di istituzioni (+32,3%) e per diffusione sul territorio, con un’incidenza rispetto alla popolazione residente pari a 70,7 istituzioni ogni 10mila abitanti (50,7 il dato nazionale). L’apporto del volontariato, così come il suo ritmo di espansione, è superiore a quello del resto del Paese e si concentra per quasi due terzi nel settore della Cultura, sport e ricreazione.


L’evoluzione interna del sistema economico regionale si è manifestata anche con un crescente apporto nell’offerta di servizi da parte delle imprese e del non profit con “effetti di sostituzione” tra pubblico e privato in termini di occupazione e unità economiche. In particolare nei settori dell’istruzione e della sanità si ampliano i servizi di mercato e il contributo del non profit, occupando spazi in precedenza
coperti dall’offerta pubblica.

L’Istat, in collaborazione con Unioncamere nazionale e la Camera di Commercio di Perugia, ha presentato oggi 14 maggio 2014, a Perugia, una sintesi dei principali risultati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit, arricchita da confronti territoriali.


Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l'operazione censuaria si è caratterizzata per un uso capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. La rilevazione sulle imprese e quella sulle istituzioni non profit sono state affidate alle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, che hanno costituito gli Uffici Provinciali di Censimento.


Nel corso del convegno - organizzato dalla sede Istat per la Toscana e l’Umbria e dalla Camera di Commercio di Perugia - sono stati illustrati il quadro d’insieme del tessuto produttivo umbro e i principali cambiamenti intervenuti nella regione durante il periodo intercensuario. Inoltre, vengono analizzati il processo di rilevazione censuaria e le valutazioni delle innovazioni metodologiche, tecniche e organizzative introdotte nel censimento.


IMPRESE: DIECI ANNI DI TRASFORMAZIONI
Al 31 dicembre 2011, le imprese attive in Umbria sono 69.332, il 7,7% in più rispetto al 2001 (+8,4% l’incremento a livello nazionale). Sul territorio, la crescita relativamente più sostenuta si rileva nella provincia di Terni (+8,7%).
Le imprese della regione occupano 154mila lavoratori dipendenti, 86mila indipendenti, 6mila esterni e mille temporanei. Gli addetti nelle unita? locali delle imprese sono più numerosi di quelli complessivamente occupati dalle imprese con sedi amministrative nella regione: ciò indica la presenza in Umbria di unità produttive di imprese con centro direzionale localizzato altrove.
Le innovazioni legate a questa tornata censuaria consentono, per la prima volta, di restituire informazioni sulle caratteristiche demografiche dei dipendenti e sulle principali caratteristiche del loro rapporto di lavoro: il 60% dei dipendenti ha la qualifica di operaio, il 29,6% di impiegato e il 2,6% di dirigente/quadro. I dipendenti umbri hanno minore qualificazione professionale sia nei confronti della ripartizione Centro che del resto del Paese mentre sono più diffuse forme alternative di occupazione (7,8%).
Le imprese con struttura aziendale (cioè con almeno 3 addetti) che operano sui mercati non esclusivamente locali sono il 45,4%: di cui il 17,5% sul mercato nazionale e il 27,9% anche su quelli internazionali. La maggior propensione verso l’estero riguarda le imprese attive nella produzione di abbigliamento (54,7%) e della ceramica (42,5%).

CRESCE IL RUOLO DEL NON PROFIT, IL COMPARTO PIÙ DINAMICO DELLA REGIONE
Le organizzazioni non profit attive in Umbria al 31 dicembre 2011 sono 6.249 (+ 32,3% sul 2001, anno dell'ultima rilevazione censuaria del settore). Nelle oltre 7mila unità locali insediate nel territorio regionale sono attivi circa 109mila volontari, 10mila addetti e 4mila lavoratori esterni. Rispetto al 2001, il personale dipendente cresce del 33,8%.
Cultura, sport e ricreazione è il settore di attività di gran lunga prevalente nel quale si concentrano oltre 4 mila istituzioni, pari al 70% del totale. I dipendenti invece sono impegnati per il 78,4% in tre settori: Assistenza sociale e protezione civile, Sviluppo economico e coesione sociale e Sanità.
La forma giuridica più diffusa nel non profit regionale, come a livello nazionale, è quella di associazione non riconosciuta (65,6% delle istituzioni). Rispetto al 2001, sono invece le associazioni riconosciute a presentare l’incremento maggiore nel numero di istituzioni (+43,4%; +9,8% la media del Paese).
Il ruolo del volontariato è un elemento cardine anche del non profit umbro, in particolare nel settore della Cultura, sport e ricreazione, dove si concentra il 65,6% del volontariato della regione, con un’incidenza di oltre 6 punti maggiore rispetto alla rispettiva quota nazionale.

L’INVERSIONE DI TENDENZA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE REGIONALE
Al 31 dicembre 2011, si contano sul territorio umbro 166 istituzioni pubbliche, il 25,2% in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione che hanno portato negli anni alla trasformazione di alcuni enti da soggetti di diritto pubblico a soggetti di diritto privato e all'accorpamento tra istituzioni diverse.
Nel 2011 i dipendenti attivi nelle 2mila unità locali della regione sono quasi 46mila al netto dei militari e delle forze di polizia. Tra le amministrazioni locali, sono le Altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, Ordini e collegi professionali, Università ed enti di ricerca) e la Regione ad avere subito la più forte contrazione del numero di addetti (rispettivamente -23,9% e -21,6%) mentre per Comunità montane, Organi costituzionali e Comuni la flessione è più contenuta ma sempre a due cifre. Le Province e le Aziende ed enti del servizio sanitario nazionale, invece, hanno aumentato nel decennio i loro addetti (+20% le prime, +6,8% le seconde).

 

I dati sono disponibili nel datawarehouse dell’Istat, al tema “Censimento industria, istituzioni pubbliche e non profit 2011”.

Al datawarehouse si accede sdal sito dedicato http://censimentoindustriaeservizi.istat.it/. I dati offrono - anche grazie ad approfondimenti inediti su occupazione, governance, internazionalizzazione, strategie finanziarie e altri temi - una solida base informativa per un monitoraggio delle trasformazioni della realtà produttiva regionale.
 

 

DISCLAIMER: Questo articolo è stato emesso da Camera di Commercio Perugia ed è stato inizialmente pubblicato su www.pg.camcom.gov.it. L'emittente è il solo responsabile delle informazioni in esso contenute.

[Fonte: Umbria OnLine]

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